I consiglieri del Partito Democratico, questa mattina in commissione sanità del Consiglio regionale, hanno votato a favore del taglio del superticket sanitario su visite ed esami. Un parere favorevole non esente però da critiche: questo “flat cut” non ci convince. Avremmo preferito che ci fosse una modulazione dei tagli in riferimento al reddito, perché è giusto che chi più guadagna debba pagare di più.
Il parere positivo è stato per questo accompagnato da una raccomandazione alla Giunta, proposta da noi del PD, che chiede che con atti successivi si dia seguito al dettato della legge regionale 23 del 2015, la riforma della sanità, ovvero che si prevedano interventi a favore delle fasce deboli e si proceda a modulazioni per reddito.
Il criterio della progressività era stato introdotto nella legge proprio su proposta del Pd, dopo una dura battaglia d’Aula, durante la discussione in Consiglio nell’Agosto del 2015.
Il nostro voto sulla riduzione del superticket è stato favorevole perché è un provvedimento che va a vantaggio di tante persone che oggi rinunciano a curarsi per ragioni economiche. Non abbiamo però rinunciato alla critica dell’impostazione generale data dalla Regione Lombardia, basata sul tipo di prestazione e non sul reddito del cittadino che ne ha bisogno. Anche con questa modifica il superticket rimane iniquo perché incide soprattutto sulle fasce più deboli.
La Regione non può però dichiarare di aver dimezzato il superticket, perché i numeri parlano chiaro: la riduzione deld 50% riguarda solo le prestazioni più costose, ovvero quelle con il ticket da 50 e più euro, che sono poi le meno numerose (circa il 12% del totale). Per le prestazioni sotto i 40 euro il superticket rimane invariato
I cittadini non meritano questa propaganda ingannevole.