Papa Francesco oggi è in Puglia, nel ricordo di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, profeta di pace e di speranza con il suo stile semplice ed evangelico. Il Papa ha voluto visitare Alessano, paese natale di don Tonino ce proprio lì è sepolto, e poi Molfetta, la diocesi dove svolse il suo intenso ma troppo breve servizio da vescovo. Un viaggio, quello di papa Francesco, che ha molto da dirci riguardo la volontà di indicare la direzione in cui dovrebbe camminare la chiesa, mettendosi il grembiule, come amava dire don Tonino.
“Don Tonino” – ha detto papa Francesco nel suo discorso ai fedeli di Alessano – “ci richiama a non teorizzare la vicinanza ai poveri, ma a stare loro vicino, come ha fatto Gesù, che per noi, da ricco che era, si è fatto povero (cfr 2 Cor 8,9). Don Tonino sentiva il bisogno di imitarlo, coinvolgendosi in prima persona, fino a spossessarsi di sé. Non lo disturbavano le richieste, lo feriva l’indifferenza”.
Francesco ha poi ricordato come don Tonino non fosse preoccupato dalla mancanza di denaro quanto dalla mancanza di lavoro e dall’incertezza che questo causava alle persone, arrivando a mettere in discussione la loro dignità.
Don Tonino, ha continuato il Papa, “non stava con le mani in mano: agiva localmente per seminare pace globalmente, nella convinzione che il miglior modo per prevenire la violenza e ogni genere di guerre è prendersi cura dei bisognosi e promuovere la giustizia. Infatti, se la guerra genera povertà, anche la povertà genera guerra”.
In giorni di guerra diffusa e strisciante come i nostri, è bello ricordare come don Tonino, punto di riferimento del pacifismo con il suo impegno in Pax Christi, amasse ricordare come la pace si costruisce a cominciare dalle case, dalle strade, dalle botteghe, là dove artigianalmente si plasma la comunione.
Qui di seguito trovate il link al testo del discorso che papa Francesco ha pronunciato ad Alessano.
Una meditazione di pace e sulla pace: ne abbiamo tanto bisogno.