Se ne va uno dei rappresentanti più autentici di uno sport attento all’uomo e capace di mettere al centro i valori della lealtà, del rispetto e dell’attenzione ai più deboli. Emiliano Mondonico, storico allenatore di grandi club come Atalanta e Torino, ha dovuto arrendersi a un tumore che lo aveva pesantemente colpito da sette anni a questa parte.
Il Mondo non si è mai scoraggiato o arreso e fino all’ultimo ha continuato a vivere il calcio allenando i ragazzi di Rivolta d’Adda e dando una mano ad ex tossicodipendenti e alcolisti.
Amatissimo dagli appassionati e rispettato da tutti i colleghi, Mondonico negli ultimi anni aveva fatto da testimonial del Centro Sportivo Italiano, promuovendo l’attività sportiva di base e dimostrandosi un grande attenzione per i più piccoli.
L’ho incontrato diverse volte negli ultimi mesi e mi diceva sempre di voler tirare avanti a tutti i costi, guardando con ottimismo al futuro, nonostante fosse consapevole che la bestia dentro di lui fosse sempre in agguato. Ha amato il calcio e lo ha interpretato con libertà e coraggio da giocatore e da allenatore.
Perdiamo un autentico monumento del calcio italiano e un grande campione di umanità prima ancora che di sport.