Moschea a Sesto: il TAR dà torto al Comune

10 Marzo 2018 di fabio pizzul

Si riapre la partita per la moschea di Sesto San Giovanni.
Il TAR di Milano ha accolto il ricorso del Centro Culturale Islamico contro la decisione dell’amministrazione di centrodestra che aveva, di fatto, revocato la concessione edilizia per la realizzazione di un nuovo luogo di culto. Il sindaco Di Stefano ribadisce che, finché sarà alla guida della città, non si farà alcuna moschea, ma la sentenza della giustizia amministrativa parla chiaro: la libertà di culto non può essere negata.

La decisione del Comune di Sesto San Giovanni di revocare la concessione si basava su presunti ritardi nella realizzazione dell’opera da parte del Centro Culturale Islamico, fatto che aveva portato l’Amministrazione a considerare nulla la convenzione stipulata dalla precedente amministrazione.
Il TAR ha però riconosciuto le ragioni degli islamici che hanno sottolineato come i ritardi nella costruzione fossero dovuti a condizioni meteo avverse e, soprattutto, a una bonifica del terreno che si è rivelata molto più complicata del previsto.
Il sindaco Di Stefano aveva tentato di bloccare la costruzione della moschea forzando la mano sulla presunta inadempienza della convenzione, vedendosi ora smentito dalla giustizia amministrativa ribadisce la sua volontà di mettersi di traverso e si dichiara pronto a indire un referendum tra i cittadini.
Credo che questa vicenda dimostri una volta di più come il centrodestra abbia una preclusione ideologica contro qualsiasi iniziativa che parta dalla comunità islamica.
La libertà di culto è un valore garantito dalla Costituzione e pensare che si possa negare solo perché si sono vinte le elezioni promettendo che non sarebbe stata costruita la moschea credo sia profondamente scorretto.
E’ tutto da dimostrare, poi, che la sicurezza dei cittadini venga garantita da un no preconcetto a un luogo di culto islamico: è forse meglio che proliferino luoghi illegali e clandestini?
Quanto all’idea di convocare un referendum, mi suona molto come un tentativo di innalzare la tensione in città su un tema che andrebbe invece gestito con serietà e responsabilità da parte dell’amministrazione comunale.
Se il Centro Culturale Islamico di Sesto rispetta la legge e garantisce trasparenza, perché non dovrebbe vedersi garantito il diritto di costruire un suo luogo di culto?
Le regole vanno rispettate, ma questo deve valere per tutti, anche per chi guida una città.

Un commento su “Moschea a Sesto: il TAR dà torto al Comune

  1. AMBROGIO GIUSSANI

    E’ vero che la libertà di culto è un valore garantito dalla nostra costituzione ed è giusto che sia così. Tuttavia, va ricordato che certe scelte particolari (come la costruzione di moschee) non creerebbero alcun problema se vi fossero condizioni di reciprocità in tutto il resto del mondo mussulmano. Non mi risulta infatti che siano mai sorti dei problemi per la costruzione di luoghi di culto di tutte di altre religioni diverse da quella islamica. Inoltre , circa l’eventuale ricorso al referendum, francamente non capisco che cosa ci sia di sbagliato nel ricorrere al giudizio sovrano del popolo su una questione così delicata e fondamentale, peraltro già oggetto di campagna elettorale. Un qualunque sindaco non può cambiare le “carte in tavole” rispetto a quanto promesso in campagna elettorale … pena la sua credibilità . Solo lo stesso popolo che lo ha eletto può modificare o confermare la posizione…

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