Filippo Ganna, ossolano, classe 1996 è campione del mondo dell’inseguimento, la disciplina regina del ciclismo su pista. Ai mondiali di Apeldoorn, in Olanda, Ganna ha sconfitto in finale il portoghese Oliveira. Per Ganna è la seconda medaglia in questi mondiali, dopo quella conquistata nell’inseguimento a squadre. La spedizione italiana sale così a 4 medaglie, le due di Ganna, il bronzo nell’inseguimento femminile e quella di Scartezzini, argento nello scratch. Il ciclismo su pista italiano conosce dunque un momento molto positivo, a dispetto di una situazione degli impianti, tanto per cambiare, a dir poco disastrosa.
In Italia esiste un solo velodromo al coperto, quello di Montichiari (BS), che, nonostante sia stato inaugurato nel 2009, ha già molti problemi di infiltrazione di acqua dalla copertura, cosa che ha provocato l’annullamento dei campionati italiani dello scorso ottobre.
L’impianto bresciano ha bisogno di manutenzione, soprattutto per i problemi legati alla copertura e pare che ci siano anche problemi agli scarichi. L’Amministrazione comunale, da sola, non riesce a far fronte alla situazione.
La Lombardia ha 4 impianti per il ciclismo su pista (seconda solo al Veneto, con 5): Busto Garolfo (Mi),
Dalmine (Bg), Montichiari (Bs), l’unico coperto, e Varese.
Rimane ancora nel limbo lo storico Vigorelli, la cui pista è stata recuperata, ma non ancora restituita all’attività sportiva.
In Italia ci sono in tutto 27 velodromi funzionanti, davvero poco per pensare a far crescere un movimento di alto livello. Eppure i successi non mancano, segno che noi italiani siamo maestri nell’arte di arrangiarci e che, spesso, portiamo i nostri migliori talenti ad allenarsi all’estero.
Ci confermiamo come un paese delle tante fughe all’estero, ma anche dei grandi talenti.
Vinciamo titoli mondiali anche in questa situazione, pensate se ci organizzassimo un po’ meglio.
C’è però anche una buona notizia, perchè entro l’inizio del 2019 dovrebbe entrare in funzione un nuovo impianto coperto a Treviso. Avanti adagio, dunque, mentre i nostri atleti, per fortuna, corrono, nonostante tutto.