Stiamo dalla parte di chi chiede pietà, di chi soffre nel corpo e nello spirito.
Siamo qui a professare la nostra solidarietà nei confronti dei malati: stiamo dalla parte di chi è fragile essendo anche noi dalla parte della fragilità, siamo esposti alla sofferenza e dobbiamo compiere una sorta di apprendistato per poter affrontare la sofferenza, che non possiamo evitare.
Sono alcuni passaggi dell’omelia che mons. Delpini ha pronunciato oggi nella basilica milanese di Santa Maria di Lourdes in occasione della Giornata Mondiale del Malato, che da 26 anni coincide con l’anniversario delle apparizioni della Vergine, l’11 febbraio.
L’Arcivescovo di Milano ha ribadito come stiamo dalla parte di chi chiede pietà per imparare a chiedere pietà.
Secondo Delpini tutti noi abbiamo bisogno di un apprendistato per imparare a diventare vecchi e a vivere la malattia.
Il grido di pietà non è un grido di protesta o di risentimento: stare dalla parte di chi chiede pietà non è segno disperazione per chi ha imparato a pregare, cioè a sapere che Dio è sensibile a chi soffre e offre la via della salvezza.
Non è possibile fare a meno della speranza: la pietà non è resa, ma affidamento al cuore del Padre. La risposta di Dio è l’alleanza, perchè Dio partecipa alla nostra sofferenza e permettere di condividera la sua vita.
Mons. Delpini ha concluso la sua omelia definendo benedetti coloro che stanno dalla parte di chi invoca pietà.
Pietà e fragilità sono parole un po’ fuori moda; protesta e risentimento ai giorni nostri hanno ben altra forza e diffusione.
Stare dalla parte di chi chiede pietà potrebbe essere un bella prospettiva anche per la politica.