Nuovi fondi nazionali per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, scuole comprese.
Si tratta di 150 milioni per il 2018, di 300 per il 2019 e di 400 per il 2020.
Possono fare domanda tutti i Comuni che non abbiano già beneficiato del “Bando periferie”. Ciascun Ente locale può fare richiesta di contributo per una o più opere pubbliche e non può chiedere contributi di importo superiore a 5.225.000 euro complessivi.
Con decreto del 29 gennaio 2018, il Ministero dell’interno ha approvato il modello di certificazione informatizzato che i Comuni devono utilizzare per richiedere i contributi.
La richiesta può essere inoltrata fino al 20 febbraio e deve essere formulata esclusivamente con modalità telematica.
Sul sito di #italiasicura, l’unità di missione della Presidenza del Consiglio che si occupa di edilizia scolastica, si raccomanda di utilizzare il corretto “codice dell’Anagrafe dell’edilizia scolastica”; attiro la vostra attenzione su questo aspetto che pare banale, perché l’identificazione del codice corretto e corrispondente all’edificio da ristrutturare è spesso molto macchinosa.
Il Ministero precisa che, qualora l’entità delle richieste pervenute superi l’ammontare delle risorse disponibili (150 milioni per il 2018, 300 per il 2019 e 400 per il 2020), saranno privilegiati i comuni che hanno dimostrato una migliore capacità di spendere i fondi a propria disposizione per investimenti. La frase esatta che “spiega” quest’ultimo concetto è “Comuni che presentano la minore incidenza dell’avanzo di amministrazione, al netto della quota accantonata, rispetto alle entrate finali di competenza”. Spero di averla volgarizzata correttamente.
Ben vengano questi nuovi fondi di cui bisogna essere grati al Governo, ma un po’ meno di burocratese e burocrazia?
Qui il comunicato ufficiale e le istruzioni per la compilazione del bando
(sedetevi comodi per leggere)