Oggi sono in digiuno. Dalla mezzanotte di ieri alla prossima mezzanotte mi concederò solo tre bevande equivalenti a un cappuccino (secondo le regole stabilite dai promotori).
Ho scelto di partecipare al digiuno organizzato dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, per sollecitare il governo in merito all’applicazione dei decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario in particolare quelli riguardanti l’affettività e il lavoro in carcere e per il diritto-dovere di cure ai detenuti.
Anche per questo, oggi mi sono recato alla Casa di reclusione di Opera dove ho avuto modo di conoscere il nuovo direttore Silvio Di Gregorio e di confrontarmi con lui riguardo la situazione del carcere più grande della Lombardia.
Posso dire che abbiamo condiviso la necessità che un carcere come Opera si apra sempre più al territorio per far sì che l’esecuzione della pena, che non deve per forza di cosa essere scontata in carcere, possa davvero portare a un recupero e reinserimento sociale dei detenuti, come previsto dalla nostra Costituzione. I decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario e la legge regionale sulle persone ristrette possono essere degli ottimi strumenti per andare in questa direzione.
Con il digiuno di oggi intendo manifestare il mio impegno su questo fronte.