Il 4 marzo sarò nuovamente candidato nella lista del Partito Democratico per le elezioni regionali in Lombardia.
Ringrazio per la fiducia la Direzione metropolitana che ieri ha approvato la proposta di candidati, che sarà integrata da quattro nomi indicati dal partito regionale.
Il segretario regionale Alessandro Alfieri ha proposto come capolista l’attuale segretario metropolitano Pietro Bussolati.
Per il periodo elettorale Paolo Razzano, coordinatore della segreteria, assumerà la funzione di segretario reggente. Questa la lista dei candidati PD alle elezioni regionali Uomini: Stefano Bassi, Carlo Borghetti, Pietro Bussolati, Gabriele Colombo, Alberto Fulgione, Alessandro Giungi, Fabio Pizzul, Roberto Sanna, Alfredo Zini, Dieng Pap, Charles Niramjan Modarage. Donne: Paola Bocci, Lorena Croatto, Anna De censi, Kaoter El Bohumi, Nadira Haraigue, Isabella Ippolito, Piera Landoni, Simona Piccolo, Lucia Rocca, Carmela Rozza, Marisa Sestagalli.
Io avrei preferito Pizzul o Borghetti come capolista…Bussolati rappresenta solo Milano e come al solito la provincia é poco valorizzata!
Cari candidati, siete davvero lì per vincere? Allora non è possibile dare l’impressione di essere lì a correre per perdere “per colpa di” (forse per giustificare altri accordi futuri presi altrove, dice qualche maligno).
Gli elettori non leggono i comunicati, i programmi e le precisazioni. Gli elettori leggono che c’è un candidato “grosso” con il marchio di eterno secondo da oltre vent’anni e che qualcuno “piccolo” potrebbe sostenerlo ma non lo fa. E che il grosso non riesce ad offrire al piccolo un accordo sicuro (un esempio così a caso: un assessorato impegnato già da ora con un programma soddisfacente, non so, i trasporti, l’ambiente…). Un ticket elettorale, insomma.
SERVONO MOSSE TRASVERSALI “milanesi e lombarde” che riuniscano quello che ora è diviso.
Esiste sempre in politica una “proposta che non si può rifiutare” per mettersi insieme.
Parlo naturalmente di LeU. Cercate, trovate, inventate: ricordo sempre Giuliano “non vogliamo vincere, DOBBIAMO vincere”.
A Roma sanno fare la mossa dello schiacciasassi, a Varese quella della ruspa, a noi serve una mossa del cavallo trasversale e con rito ambrosiano “nessuno dica alla Lombardia cosa deve fare” (se no che cosa l’ha fatta a fare Gori quella presa di posizione sul referendum?)
Senza, non si va da nessuna parte. E non è invitante trovarsi “soli davanti alla scheda” con la sola possibilità di votare per l’eterno secondo. Io non voglio votare per i Perdenti Annunciati “per colpa di”. Voglio togliere la mia regione agli Eterni Occupanti.
Caro Angelo, si sta facendo davvero di tutto per trovare un accordo.
C’è ancora qualche giorno prima della presentazione delle liste (3 febbraio alle 112); i contatti continuano…
Forse il problema è che non c’è anche nei “piccoli” la consapevolezza che si possa vincere e che, dunque, sia meglio una sconfitta separati che una sconfitta uniti.
Dopo la “fuga” di Maroni, sono convinto che le possibilità di vittoria di Gori siano molto aumentate, spero se ne accorgano anche i “piccoli”.
Mettete nelle uninominali Mi 3 LIA QUARTAPELLE!!!
Caro Fabio, io e mia moglie siamo stati elettori del PD. Leggiamo e rileggiamo, con sorpresa e forte imbarazzo, un pieghevole della candidata Nadira Haraigue che così si esprime su un tema decisamente delicato: “legge 194 – Una maternità consapevole non ha bisogno di una nuova legge. Basta applicarla per garantire un sacrosanto diritto che l’obiezione di coscienza ci impedisce di esercitare”.
Condividiamo l’idea che si debba assicurare tutto quanto previsto dalla attuale normativa, prima di una sua rivisitazione/aggiornamento (peraltro dovuto anche in relazione alla introduzione nel tempo di nuove prassi abortive), comprese quelle parti da sempre ostacolate (informazione, accompagnamento, sostegno alle donne anche in alternativa all’opzione della IVG, …), senza obiezione ma per mera ideologia, da un profilo diciamo solo ‘abortista’ di quanto complessivamente considerato dalla 194.
Che l’IVG sia esercitabile per diritto – eviteremmo il ‘sacrosanto’ – non può tuttavia trasformare il diritto all’obiezione di coscienza in un meschino ‘impedimento’, una sorta di illecito da denunciare: le questioni etiche connesse all’IVG non sono proprio risolte e pensiamo che decidere delle sorti della vita di un altro essere umano dovrebbe chiedere molta più acuta sensibilità che semplice rivendicazione …
Lungi dal criminalizzare quelle donne che hanno optato per l’IVG, sperando possano essere state sempre idoneamente informate, accompagnate e sostenute nel percorso della propria scelta, vorremmo insieme a loro anche sostenere e difendere tutte quelle professioniste e quei professionisti che liberamente optano in questi casi per l’obiezione di coscienza: non sono fannulloni e neppure delinquenti, ma donne/lavoratrici e uomini/lavoratori che nel delicato settore della sanità ritengono la vita e la dignità di una persona più importante del rispetto di una legge; esercitano peraltro un’opzione, l’obiezione di coscienza, nel pieno rispetto della legge.
Consideriamo la questione così suggerita dalla compagna elettorale del PD decisamente non condivisibile; ci chiediamo se nel PD siano disponibili credibili alternative o se dobbiamo guardare altrove per riconoscere una prospettiva politica capace di non essere più oscurantista e antagonista, in grado di saper affrontare questioni delicate quali quelle della IVG, con uno sguordo capace di superare la miopia ideologica espressa nella campagna elettorale di Nadira che non potrà certo raccogliere il nostro voto. Grazie
Il diritto all’obiezione di coscienza finisce dove inizia il diritto ad applicare la legge in altre parole se tutti i medici come succede nei reparti di maternità diventano obiettori le donne che per loro disgrazia scelgono – perché un’interruzione di gravidanza è una disgrazia umana, fisica, psichica – devono avere la possibilità reale di esercitare questa loro scelta, sono cittadini e la legge deve essere garantista non lasciata al libero arbitrio di chicchessia, altrimenti che senso avrebbe avuto la 194 e il referendum che ha confermato questa legge. Allora anche un operatore delle forze dell’ordine potrebbe decidere di non assicurare alla legge chi ha commesso un reato perchè riitiene per sue convinzioni giustificabile lo stesso, dove finisce lo stato di diritto in un paese civile. Sono occorsi 40 anni per avere leggi sul divorzio breve, biotestamento, dopo di noi, fecondazione medicalmente assistita: mentre noi stavamo a guardare senza sviluppare un ecosistema di leggi, norme e dibattiti seri di bioetica fuori dagli schematismi ideologici in Europa si correva verso la civiltà del diritto.
Personalmente mi fido di Fabio e penso che la sua sensibilità e la sua intelligenza siano importanti all’interno del PD. Visto che esiste il voto di preferenza per le regionali, penso sia più utile sostenere persone come lui,capaci di gestire la complessità, più che rivolgermi altrove facendogli mancare il mio appoggio. Forza Fabio!