Libertà, prontezza e preghiera.
Sono le tre raccomandazioni che mons. Delpini ha voluto consegnare all’Università Cattolica in occasione dell’inaugurazione del 97° Anno Accademico dell’Ateneo.
Il cardinal Ravasi, dal canto suo, ha proposto interrogativi attuali e inquietanti sull’uomo di oggi a partire della prima domanda ch compare nella Bibbia: “Adamo, dove sei?”
Commentando il brano evangelico delle vergini sagge e delle vergini stolte, l’Arcivescovo di Milano ha sottolineato come, nella parabola, non venga condannato il sonno delle vergini, ma la stoltezza di coloro che non si erano procurate l’olio per alimentare le lampade che servivano per accogliere l’arrivo dello sposo e partecipare alla festa. Anche a chi si occupa di educazione e di cultura è quanto mai necessario fare provvista di olio da poter poi utilizzare nel momento in cui sarà necessario. L’olio, ha spiegato l’Arcivescovo, forse per un’università che voglia davvero definirsi cattolica è la libertà di ricerca, di pensiero e di accompagnamento educativo, la prontezza nel saper cogliere il momento in cui si manifesta la grazia (ed ogni momento è opportuno in questo senso) e la preghiera a cui affidare il cammino proprio e dei più giovani.
Tre indicazioni apparentemente semplici, che possono però accompagnare al meglio il cammino di un’università che trova nell’aggettivo la qualifica, come ha affermato lo stesso Delpini nel suo saluto in Aula Magna, non una tautologia (perché un tempo l’università non poteva che essere universale, quindi cattolica), né un ossimoro (perché c’è stato un tempo in cui ideologicamente qualcuno sosteneva che un cattolico non potesse pensare liberamente), ma una vocazione a una ricerca coraggiosa e ispirata all’ideale evangelico. Vocazione preziosa e necessaria per l’intera chiesa italiana che, secondo l’augurio del neo Arcivescovo di Milano, dovrebbe trovare nell’Università Cattolica un contributo di approfondimento culturale, di serietà e rigore di pensiero e di lettura approfondita del tempo che viviamo.
La cerimonia inaugurale è vissuta poi di due densi interventi del rettore Anelli e del cardinal Ravasi.
Il rettore ha delineato le sfide dell’ateneo di fronte a un mondo della ricerca e della didattica che cambia velocemente e che troppo spesso vede il mondo universitario ad inseguire piuttosto che a proporre possibili originali linee di sviluppo.
Il cardinal Ravasi ha offertoun’affascinante e profonda riflessione sull’uomo contemporaneo, chiamato a rispondere a una domanda che riecheggia fin dalla prima pagina della Bibbia, “dove sei?” , in perenne tensione tra le diverse relazioni che lo costituiscono, con la terra, con il trascendente e con gli altri uomini, e chiamato a vivere le formidabili sfide di una realtà che cambia nel profondo, all’insegna di sfide epocali come la genetica, l’intelligenza artificiale o le neuroscienze. Il Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura ha invitato la comunità universitaria a non sottrarsi a queste domande decisive e a non perdere di vista l’uomo nella sua dimensione più autentica che non può essere limitata alla tecnica, ma interpella la morale e il senso profondo dell’esistenza.
L’intervento del cardinal Ravasi è raccolto in un testo pubblicato da Vita&Pensiero: “Adamo, dove sei? Interrogativi antropologici contemporanei”.