Ha vinto l’astensionismo. Il primo turno delle amministrative si annunciava come incerto ed ha visto crescere in modo prepotente il partito del non voto. Un fenomeno imprevisto, ma non certo sorprendente, almeno alla luce del modo in cui si è arrivati all’appuntamento con le urne. Vi propongo alcune acerbe valutazioni.
L’opinione pubblica è parsa molto distratta, se si fa eccezione per i comuni direttamente chiamati al voto. I media nazionali hanno sostanzialmente ignorato le amministrative, concentrandosi sulla politica nazionale e sulle beghe ad essa collegate. La vicenda del fallito accordo sulla legge elettorale ha contribuito ad accrescere l’insofferenza dell’elettore medio nei confronti dei partiti, Movimento 5 Stelle compreso.
A tutto questo, aggiungerei un’evidente insoddisfazione per l’offerta politica in campo.
La scelta di non partecipare al voto può derivare da un mix di tutto quanto ho evocato finora.
L’analisi dei voti espressi parla, invece, di un risultato al di sotto delle attese per i grillini, di difficoltà del PD a consolidare le posizioni di 5 anni fa e di una ripresa del centrodestra, soprattutto in Lombardia.
Turno elettorale molto complicato per il centrosinistra, con la necessità di recuperare voti da qui al ballottaggio non si sa bene dove.
Salvo alcune eccezioni piuttosto evidenti, il PD e i suoi alleati non hanno perso moltissimi voti, ne hanno però conquistati molti di più i candidati del centrodestra, vuoi perché il fronte si è compattato, vuoi perché sono tornati a votarli alcuni elettori che cinque anni fa avevano voltato loro le spalle.
Non è tempo di recriminazioni o imprecazioni: c’è da lavorare per il secondo turno.
Qualche veloce nota sui casi più rilevanti. Chiedendo finora perdono per le inevitabili dimenticanze.
Grande delusione per risultati che si sono rivelati molto al di sotto delle attese. Penso ad Abbiategrasso, Erba, Cantù e, anche se lì la situazione era molto complicata, Melzo. La buona volontà e la grinta dei candidati non è bastata a scalare una montagna ch si è rivelata più impervia del previsto. Grazie a tutti dell’impegno.
Bisogna rimboccarsi le maniche in altre partite che parevano meno complicate. In questo caso cito piazze molto importanti (senza nulla togliere alle altre) come Como, Monza, Sesto San Giovanni, Lodi, Meda, Legnano, Tradate, Senago e Magenta. Si sperava meglio, ma la corsa è apertissima e chiede uno sforzo supplementare per non disperdere quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni. La stanchezza è tanta, il caldo opprime, ma bisogna ricominciare subito a lavorare per riportare al voto i nostri elettori e convincere chi ha puntato su un escluso dal primo turno a concedere fiducia ai nostri candidati.
Ci sono anche situazioni di cui essere soddisfatti, come San Donato Milanese (peccato non averla chiusa al primo turno), Cernusco sul Naviglio, Crema, Buccinasco, Cesano Maderno o Vimodrone. Anche qui, nel silenzio della scaramanzia, si sperare forse in qualcosa di più, ma la base da cui si parte è più rassicurante, anche se non si può dare nulla per scontato o acquisito.
Complimenti, infine, ai sindaci già eletti, come Curzio Rusnati di Bussero o Paolo Festa di Pieve Emanuele.
I dati dei comuni lombardi al voto per le amministrative 2017