Milano sa dare risposte che è difficile prevedere. E lo fa quasi sempre in modo sorprendente.
E’ accaduto anche oggi con la marcia “Insieme contro tutti i muri”. In molti la consideravano una provocazione, destinata a esacerbare le divisioni su un tema problematico come l’immigrazione. Si è trasformata in una risposta corale a ogni polemica e intolleranza. In testa al corteo i politici, in coda le comunità straniere, in mezzo migliaia e migliaia di cittadini milanesi e non solo. Una bella risposta a chi pronosticava una manifestazione ideologica e settaria.
L’assessore Maiorino ha per primo rilanciato la cifra dei partecipanti: 100.000.
Non so se sia una stima realistica. So però che di gente ce n’era tantissima: intorno alle 15.00 mi sono fermato in via Legnano per fare sfilare il corteo e per quasi due ore ho visto passare gruppi variopinti di stranieri, associazioni, gruppi più o meno formali, ma soprattutto tanti normali cittadini che hanno scelto di scendere in piazza.
Leggerete nelle cronache di contestazioni dei centri sociali al PD. Ci sono stati, in effetti, alcuni momenti di tensione in testa al corteo, prima che partisse, ma hanno coinvolto alcune decine di giovani dei centri sociali che si sono spintonati senza particolare violenza per qualche istante con i ragazzi del servizio d’ordine del PD. Il tutto a favore di telecamere e macchine fotografiche. Tutto qui. Il 99% dei partecipanti alla marcia non si è accorto di nulla.
Non è stata una prova di forza, ma una grande dichiarazione di voglia normalità. Quella stessa normalità che ha consentito a Milano negli anni di affrontare ondate migratorie e tensioni.
C’è chi ha detto che la manifestazione di oggi sarebbe stata uno sfregio alle forze dell’ordine e una forma di complicità a chi vuole che l’Italia sia invasa da pericolosi clandestini.
Le forze dell’ordine c’erano lungo il percorso, ma non mi sono sembrate oggetto di contumelie o insulti, anzi. Chiedere di superare discriminazioni e muri non è essere contro le regole, è piuttosto un modo per far sì che le regole possano venire rispettate e condivise.
Francamente oggi per le strade di Milano non ho visto nemici di nessuno, ma solo tante gente che chiede di poter vivere in una città senza rancori e chiusure preconcette, tanta gente che chiede che ci siano regole certe e che tutti possano rispettarle. Sarò banale, ma l’immagine di cestini stracolmi di bottigliette e cartacce e strade sostanzialmente pulite dopo il passaggio della manifestazione mi ha dato l’impressione che i partecipanti volessero rispettare le regole fino in fondo, anche le più apparentemente banali.
Una manifestazione non risolve i problemi, ma dà un segnale importante riguardo la necessità che i problemi li si gestisca e risolva piuttosto che cavalcarli e strumentalizzarli.
Tra i tanti commenti comparsi sui social, mi pare molto graffiante quello postato da Enrico Mentana sul suo profilo Facebook. Lo riporto qui di seguito.
Sui social tanto tanto livore per chi manifesta a Milano oggi. Si può non essere d’accordo in nulla con le ragioni di chi marcia, ma perché tutto questo veleno? Perché un odio così forte verso l’idea di accoglienza? Perché quelle litanie sul sostegno che non si darebbe invece agli italiani poveri? Chi non lo darebbe, l’Unicef? Emergency? La Caritas? O invece, molto più probabilmente, una buona parte degli stessi autori dei commenti? Vi rode forse che tutto questo avvenga nella città che è stata sempre l’emblema dell’accoglienza, negli anni delle migrazioni dal sud, che tuttora accoglie più di tutti, e ciò nonostante produce occupazione e sviluppo? Vi piacerebbe che le cose andassero male, che la festa si trasformasse in qualcos’altro. Non avete mai mosso un dito contro mafiosi e camorristi, contro gli evasori e i corrotti, sbraitate solo quando acciuffano un politico ladro, purché della parte opposta alla vostra, avete fatto il tifo per la banda di Romanzo Criminale e i Savastano di Gomorra, parcheggiate in seconda fila e ve ne fregate della differenziata, e però per voi la vergogna sono quei manifestanti di Milano. Non concepite che uno possa aiutare chi ha bisogno, e infatti diffondete la calunnia che le Ong siano spinte dal lucro e dal malaffare. Mi sono chiesto per tanto tempo come sia stato possibile che da noi, 80 anni fa, le leggi razziali siano state varate e attuate senza nessuna reazione popolare. Ma come, noi, gli “italiani brava gente”, restammo zitti, e anzi partecipammo con zelo alla loro applicazione, alcuni fino alle estreme conseguenze? Grazie a voi, al cinismo ferino delle vostre parole, ho potuto capire di chi siete ideali eredi. E siccome, è cosa nota, la storia si ripete in farsa, magari arriverà il giorno, come avvenne dopo la Liberazione, in cui cancellerete in fretta e furia i vostri tweet e correrete a giurare e spergiurare che quel 20 maggio a Milano, a manifestare per una buona causa c’eravate pure voi..