Il 20 maggio a Milano si sfilerà per le vie del centro per ribadire la necessità di abbattere i muri.
Mi pare un’ottima iniziativa e personalmente ho scelto di aderire alla marcia (sarà un sabato “in marcia”, visto che al mattino sarò anche alla Andemm al Dom, la marcia delle scuole paritarie).
Mi permetto di fare alcune ulteriori affermazioni, perchè la giornata di sabato deve essere anche l’occasione per riflettere…
Abbattere i muri non significa eliminare le regole (è proprio il rispetto rigoroso delle regole – da parte di tutti – che consente l’abbattimento progressivo dei muri.
L’accoglienza non è una novità per Milano: è caratteristica propria della città da secoli e, se non continuasse a praticarla tradirebbe se stessa.
L’abbattimento di muri non è una questione di parte, è una necessità e un’opportunità per tutti (ben venga la scelta di non avere bandiere di partito durante la marcia).
L’accoglienza non è segno di debolezza, è la forza di chi non ha paura del confronto.
Il tema della sostenibilità dell’accoglienza non deve essere trascurato: tutto ciò che si impiega nell’accoglienza e nell’integrazione dovrebbe essere considerato investimento e non costo (e dovrebbe essere rigorosamente difeso dalla rapacità del malaffare).
Aspetto le vostre riflessioni sul tema.