Il Consiglio regionale ha approvato la mozione proposta dal PD sulle aperture domenicali della grande distribuzione.
Le aperture festive sono ormai un’abitudine consolidata, ma un limite riguardo le principali festività religiose e civili credo sia non solo plausibile, ma necessario.
Non si tratta certo di limitare la libertà d’impresa, quanto piuttosto di mantenere un presidio simbolico su alcune ricorrenze che fondano il nostro stare assieme.
Vi allego il testo della mozione che è stata approvata all’unanimità (con un po’ di fretta, visto che la si è votata come ultima della giornata quando ormai erano le 201.10 circa) con i voti contrari di Angelo Capelli, capogruppo di Lombardia Popolare, e dell’assessore Giulio Gallera di Forza Italia. Quest’ultimo ha dichiarato in aula che non è chiedendo di santificare la domenica che si crea sviluppo, affermando poi che, per la Lombardia di domani, bisogna liberarsi da ogni vincolo per rilanciare lo sviluppo economico e sociale. Una posizione che mi lascia molto perplesso e che non corrisponde certo all’idea di Lombardia che immagino.
Da segnalare, a proposito di Lombardia Popolare, il voto favorevole dell’assessore al commercio Mauro Parolini.
Precisando che il testo che vi allego è stato modificato sostituendo la parola IMPEGNA con la parola INVITA, concludo con due notazioni.
La prima riguarda quanto accade negli altri paesi europei, che spesso vengono portati ad esempio di liberalizzazioni e aperture indiscriminate, tolte alcune grandi metropoli (e alcune zone di esse), per il resto gli orari e i giorni di apertura sono molto più limitati e non mi pare che ci siano particolari malumori da parte della popolazione. Spesso è questione di abitudini.
La seconda notazione riguarda il recente Primo Maggio: sono transitato accanto a un grande centro commerciale che aveva deciso di essere aperto in quella giornata; ho constatato con tristezza che il parcheggio era stracolmo con tanto di code per entrarvi. Pioveva, d’accordo, e forze la gente non aveva altro da fare, ma personalmente ho provato un po’ di tristezza.