Il frutto avvelenato del ritorno del proporzionale

20 Febbraio 2017 di fabio pizzul

Il PD andrà a congresso. Il segretario Matteo Renzi si è presentato dimissionario e questo ha automaticamente attivato il percorso che dovrà portare, entro 4 mesi, al congresso. Le regole verranno definite dalla Direzione nazionale, a partire da quelle adottate nel 2015.
Sembrerebbe un percorso scontato e lineare, ma così non è, visto che alcuni esponenti di spicco del partito hanno accusato il segretario di aver decretato la scissione.
A parte la singolare, anche se molto contemporanea, abitudine di dichiarare le proprie perplessità e le proprie decisioni davanti ai giornalisti e non nelle sedi istituzionali di partito, risulta complicato comprendere le ragioni di questo drastico passaggio. Quanto evidenziato da Guglielmo Epifani nel corso dell’assemblea nazionale, evidentemente a nome degli altri leader della minoranza, pare avere a che fare con argomenti che avrebbero meritato una discussione congressuale più che una porta imboccata per uscire dal partito. Quella stessa porta che Renzi viene accusato di aver sbattuto loro in faccia.
Prima che discettare se si tratti di scissione o di fuoriuscita, credo sia opportuno interrogarsi su come sia letto questo frutto avvelenato del ritorno al proporzionale da coloro che guardano al PD come simpatizzanti, potenziali elettori o iscritti.
Ci sono stati in questi giorni innumerevoli appelli ad evitare ogni possibile divisione, ma la sensazione più diffusa è quella di trovarsi di fronte a un dibattito assolutamente autoreferenziale, personalistico e lontano dai problemi del Paese.
Per un partito che ambisce a governare, c’è l’assoluta necessità di aprirsi a contributi esterni, ma i due mesi che sono seguiti al referendum paiono aver innescato una violenta tendenza a ripiegarsi sui propri problemi interni. Con responsabilità che non possono che essere divise tra i contendenti.
Basterà il congresso per superare questa impasse?  Non c’è nulla di scontato, ma è l’unica prospettiva concreta da percorrere con impegno e massima disponibilità al confronto, dentro e fuori dal partito.

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