La frase dell’Amleto credo renda bene il clima che accompagna l’attuale momento del Partito Democratico. Soliloquio quello del protagonista della tragedia di Shakespeare, monologo ai limiti dell’autismo quello di un partito in cui il problema pare essere più la guida interna che la possibile guida del Paese. Come se ci fossero milioni di italiani che aspettano solo di capire chi comanda nel PD per votarlo. Mi darete del qualunquista, ma credo che l’unico effetto della disfida di questi giorni sia l’allontamento di elettori e iscritti. Ho sempre fatto fatica a calarmi nei panni dell’ultras nello sport, figuriamoci se riesco a farlo in politica o nel partito. Il bello, anzi, il brutto è che in chiave locale si rischia di replicare, spesso in peggio, quello che accade a Roma. Il veleno delle rivalse personali, una volta inoculato, agisce e difficilmente trova antidoti efficaci. Spero ancora in una ricomposizione che sarebbe segno di forza e non certo di debolezza. Per tutti e soprattutto per il Paese.
Alcune dichiarazioni di Emiliano riguardo il fatto che Renzi si sia convinto a votare nel 2018 parrebbero rasserenare il clima, almeno a giudicare dalle ultime notizie, ma il passaggio di domani in assemblea nazionale si annuncia molto complicato.
Mi auguro che prevalga la responsabilità e che non si parli di scissione.
Pd or not Pd, that is the question
18 Febbraio 2017 di fabio pizzul
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