Due paroline in una legge possono spostare miliardi di euro.
Il nuovo Codice degli appalti (decreto legislativo 50/2016) entro aprile può essere corretto dal Governo.
Una materia molto tecnica, che può avere però pesanti ripercussioni sulla finanza pubblica.
E’ il caso di quanto previsto dall’articolo 113 che stabilisce la possibilità di corrispondere incentivi in denaro ai dipendenti pubblici che svolgano funzioni tecniche (tipo direttore di lavori, responsabile unico del progetto, collaudi tecnici, progettazione piani sicurezza…) per lavori pubblici.
In una parte del testo dell’articolo 113, oltre agli appalti per lavori pubblici, vengono citati anche forniture e servizi che nel resto del testo non parrebbero ricompresi all’interno del perimetro per la concessione degli incentivi.
La differenza non è di poco conto: se gli incentivi dovessero essere erogati anche ai dipendenti che seguono gli appalti per l’aggiudicazione di servizi e forniture (per intenderci, sarebbero ricompresi anche appalti per i rifiuti che tutti i comuni aggiudicano) la cifra da mettere a bilancio dello Stato rischia di diventare altissima, c’è chi calcola che si potrebbe arrivare anche a due miliardi di euro.
Si tratterebbe di soldi che finirebbero a funzionari pubblici che, in presenza di gare di non particolare complessità, sono già pagati per fare i lavori in questione. E il numero dei possibili destinatari di questa gratifica è altissimo, si parla di migliaia di funzionari, soprattutto comunali.
La Corte dei Conti della Lombardia, su richiesta della provincia di Mantova, il 15 novembre scorso si è pronunciata a favore dell’interpretazione più estensiva.
C’è da sperare che il Parlamento precisi che gli incentivi debbano riguardare solo i lavori pubblici, altrimenti la possibilità che si apra un’ulteriore voragine nei conti pubblici è lì in agguato, così come il rischio che una parte di questi extra-costi venga scaricata sugli utenti (nel caso dei rifiuti con l’aumento della TARI).
Questione tecnica e complicata per i non addetti ai lavori, ma con un impatto potenzialmente devastante su tutti i cittadini italiani.