In un momento di grande smarrimento per la politica italiana e internazionale, pare tornare d’attualità la riflessione sul rapporto tra cristiani e politica.
Per una coincidenza che credo non sia stata programmata, oggi il Corriere della sera pubblica nelle pagine nazionali (l’articolo di Elisabetta Soglio sul Corriere) una recensione del libro “Cristiani coraggiosi” che raccoglie, per i tipi di In dialogo, diverse riflessioni del cardinal Martini sul tema, e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale ha proposto una giornata di studio dal titolo “Essere cittadini – Qualità spirituale e qualità civile”.
Dalle riflessioni del cardinal Martini, come sottolinea mons. Franco Giulio Brambilla nell’introduzione, emerge un percorso che ha le sue radici nel testo biblico e ha trovato una sintesi ancora attualissima nei documenti del Concilio Vaticano II. Al centro la vita quotidiana del cristiano, vero banco di prova di un rapporto tra fede e politica che troppo spesso rischia di venire strumentalizzato più che realmente vissuto. La stessa polarizzazione tra mediazione e presenza, che ha caratterizzato il dibattito ecclesiale negli anni ’70 e ’80, viene riletta a partire dalla necessità di trovare una sintesi personale all’insegna di una testimonianza credibile e quotidiana che passi da una cittadinanza attiva e responsabile che deve caratterizzare ogni credente e si esplicita, per chi si impegna nelle istituzioni, in un servizio alla vita buona della società.
Rimando, per approfondimenti, alla lettura del volume di In dialogo in cui sono raccolti interventi del cardinal Martini in occasione di diversi incontri organizzati dall’Azione Cattolica. Personalmente ho riletto con un po’ di nostalgia la riflessione sul compito di riconciliazione sociale che l’allora aricivescovo propose a una settimana di Santa Caterina cui mi aggregai non appena svolto il mio orale dell’esame di maturità.
Sul tema della cittadinanza, presso la Facoltà Teologica di Milano, hanno proposto le loro riflessioni anche il vescovo di Modena monsignor Erio Castellucci e l’ex presidente del consiglio Enrico Letta.
Monsignor Castellucci ha proposto alcuni modelli e interpretazioni della relazione tra cristiani e “mondo”.
Il modello che ha qualificato come “differenza profetica”, “martirio” e ”integrazione”, rimanda alla riflessione della Lettera a Diogneto; il modello definito “sistemazione nel mondo” fa riferimento a una situazione di cristianità in cui si può parlare di reciproca interferenza o, all’opposto, di una sorta di isolamento monastico; infine il modello di “collaborazione leale e critica” che recupera, secondo le possibili caratterizzazioni della presenza e della mediazione, l’autonomia delle due sfere, spirituale e temporale, e le rilancia secondo le intuizioni del Concilio. Un rapporto, quello tra cristiani e società, che va sempre riletto in chiave dinamica, come indicano anche le più recenti riflessioni di papa Francesco.
Enrico Letta, dal canto suo, ricordando il suo legame con la diocesi di Milano che risale agli anni ’80 con l’esperienza del Gruppo Confronto, ha voluto definire il necessario legame tra spiritualità e laicità con un’espressione concreta che richiama alla necessità di tenere i piedi ben saldi per terra e difendere la necessaria aspirazione al cielo.
Letta ha poi ripercorso il periodo che stiamo vivendo, definendo il 2016 come anno di svolta, alla stregua del 1986 e del 2001, soprattutto per vicende come la Brexit e l’elezione di Trump e ha ricordato come l’accelerazione della globalizzazione degli ultimi anni ha seriamente messo in discussione il modo in cui viviamo le nostre relazioni che rischiano di perdere la dimensione emozionale e fisica.
Al recupero di relazioni autentiche vanno affiancate il rilancio della partecipazione e la difesa della dimensione del silenzio. L’ex ministro ha poi ribadito come laicità sia un valore fondante dell’Europa e ha concluso riconoscendo una nuova centralità della politica che pareva messa fuori gioco dall’economia globalizzata, ma nell’ultimo anno è tornata alla ribalta grazie (o a causa) alle già citate elezioni americane e ai referendum che hanno letteralmente cambiato il volto della comunità internazionale.
In tutto ciò ai cristiani è chiesto di essere fedeli alla propria ispirazione e di portare il proprio contributo per l’edificazione di una società civile che recuperi un riferimento a valori forti, come lo stesso cardinal Martini richiamava in più di uno degli interventi raccolti nel volume “Cristiani coraggiosi”.
Una singolare coincidenza di iniziative che indica come sia necessario tornare a riflettere sui grandi temi che fondano l’impegno politico e la possibilità di vivere assieme in una società che rischia di essere sempre più slegata e atomizzata.