Che dire del governo Gentiloni?
Dopo la vittoria del NO credo non ci fossero molte alternative, soprattutto di fronte all’indisponibilità dei partiti di opposizione a condividere la responsabilità di un governo istituzionale.
Il gioco è quello del cerino acceso: tutti puntano a lasciarlo in mano all’avversario e il PD, partito di maggioranza relativa in Parlamento, non può passarlo ad altri.
Si trattava, quindi, di limitare i danni.
Sia ben chiaro: sono convinto che il governo farà bene e con la giusta sensibilità istituzionale per il valore del presidente e dei ministri.
Con buona pace di chi è già in campagna elettorale, in barba ad ogni responsabilità istituzionale.
Paolo Gentiloni è politico esperto ed avveduto. L’ho molto apprezzato nel campo della comunicazione, di cui si occupa da anni, dopo essere stato ministro alla partita nel secondo governo Prodi.
Ha costruito una squadra in continuità con Renzi e non poteva essere altrimenti.
Le new entry sono molto solide per esperienza parlamentare e appartenenza politica.
Le conferme sono lineari e rassicuranti.
Gli spostamenti, non dico obbligati, ma quasi.
A chi storce il naso su Alfano agli esteri chiedo: poteva forse rimanere fuori il leader di un partito piccolo, ma determinante per la maggioranza (l’unica, al momento, possibile)?
Boschi e Lotti… io, personalmente, avrei evitato, ma a chi si straccia le vesti per Lotti allo sport e comunicazione e per Boschi come sottosegretario, dico solo che il primo si occupava già da tempo delle due questioni (avendo, ad esempio, seguito l’intera candidatura olimpica di Roma), la seconda conosce perfettamente tutte le pratiche aperte del governo Renzi e potrà essere molto utile al nuovo governo. Poco rispetto al danno d’immagine che porta con sé la valorizzazione eccessiva di parte del “Giglio magico”? Forse sì, ma Gentiloni ha preferito essere pragmatico e puntare su ciò che può essere utile. Comprensibile.
Non sono entusiasta di questo governo, ma dopo la vittoria del NO non si poteva fare molto altro.
Il compito di Gentiloni mi pare chiaro: gestire alcune partite urgenti come terremoto, Monte Paschi, decreti relativi a Jobs Act e anticipo pensionistico, misure per la povertà… Ma, soprattutto, rendere la legge elettorale compatibile con quanto deciderà la Consulta il 24 gennaio e con il fatto che il Senato è rimasto in vita.
Poi… al voto!
In tempi rapidi, compatibilmente con i necessari adempimenti istituzionali, difficile aprile, più probabile giugno.
Se si slittasse in autunno, i parlamentari dovranno spiegare che non è perché loro dovevano maturare il vitalizio. Auguri!
bravo come sempre
marisa epietro
Complimenti, davvero un commento equilibrato e, per essere espresso da un autorevole esponente PD regionale, anche con un buon grado di autonomia nelle valutazioni politiche. In particolare ho apprezzato: 1) Non sono entusiasta di questo governo, ma dopo la vittoria del NO non si poteva fare molto altro – 2) Boschi e Lotti… io, personalmente, avrei evitato – 3) Poi al voto. In tempi rapidi, compatibilmente con i necessari adempimenti istituzionali, difficile aprile, più probabile giugno. Se si slittasse in autunno, i parlamentari dovranno spiegare che non è perché loro dovevano maturare il vitalizio. Auguri!
Infine aggiungo io, personalmente avrei evitato anche il nuovo ministro della Pubblica Istruzione.
Ambrogio (Bresso)