La nuova biblioteca di Vimodrone, alle porte di Milano, è stata intitolata questa mattina a Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia assassinata dalla ‘Ndrangheta a Milano.
Nel nuovo auditorium stracolmo di cittadini sono interventuti il sindaco Brescianini, il prefetto di Milano Marangoni e don Luigi Ciotti.
Brescianini ha ringraziato tutti coloro che hanno consentito di giungere al completamento di un’opera lungamente attesa dopo numerosi ostacoli, non ultimi il fallimento della ditta cui erano stati assegnati i lavoro. La scelta di intitolare la nuova biblioteca a Lea Garofalo, ha ricordato il primo cittadino, è frutto di una consultazione tra i cittadini e vuole essere un segnale forte per un comune da anni in prima fila sul fronte della legalità.
Il prefetto Marangoni si è dichiarato molto felice per la presenza di una ventina di sindaci, a testimonianza della condivisione di un cammino per la costruzione della legalità sul territorio. Ha poi ricordato l’importanza di una responsabilità diffusa contro le mafie, sulla scia di quella che ha avuto modo di sperimentare nei suoi due anni da questore di Palermo: vedere la gente assieparsi lungo le strade, quasi passasse il Giro d’Italia, per festeggiare le forze dell’ordine che avevano catturato un importante latitante è un segnale confortante. Tutti i cittadini devono essere protagonisti della lotta contro la criminalità
Don Luigi Ciotti, dopo aver ricordato i suoi incontri con Lea Garofalo e raccontato di come l’avesse supplicata di non andare all’appuntamento con il suo ex marito, ha ringraziato l’amministrazione comunale per la scelta di dedicarle una biblioteca: è dalla cultura, infatti, che deve partire qualsiasi impegno contro le mafie. Le forze dell’ordine non bastano, ha ribadito don Ciotti, serve che ciascun cittadino di prenda la sua responsabilità, proprio come fanno tanti amministratori locali che si spendono per il bene comune. Don Ciotti ha poi invocato un sussulto etico per la politica e ricordato come sia fondamentale il contributo di tutti nella lotta alla criminalità in un Paese che deve sopportare un’evasione fiscale da 190 miliardi di euro e che, se avesse una cultura della legalità simile a quella tedesca, avrebbe risolto gran parte dei propri problemi. Il fondatore del Gruppo Abele e di Libera ha invitato tutti i presenti a diventare protagonisti di una sfida: una città educativa, che sappia diffondere una cultura della legalità e del rispetto delle regole.
Don Ciotti ha poi lanciato la proposta di un gemellaggio tra la biblioteca di Vimodrone e quella di Gioia Tauro che questo pomeriggio sarà intitolata a un’aòtra vittima della ‘Ndrangheta. Dalla cultura può ripartire la riscossa della società italiana.
Il sindaco, a nome dell’intero consiglio comunale di Vimodrone, ha poi comunicato a don Ciotti di averlo nominato cittadino onorario di Vimodrone per il suo impegno educativo per la legalità. Il neo vimodronese ha ringraziato dicendo che questa cittadinanza è per tutti coloro, e sono tantissimi, che a Milano e dintorni lavorano con Libera per la legalità.