Pedemontana: un’autostrada per pochi e non sempre “buoni”

6 Ottobre 2016 di fabio pizzul

Antonio Di Pietro è da fine luglio presidente di Pedemontana.
Ieri in commissione Bilancio ha riferito di quanto fatto nel primo mese di lavoro effettivo.
Ne è uscito un quadro allarmante con una società alle prese con “Riserve” (contestazioni per lavori più costosi del previsto) miliardarie da parte della ditta che sta eseguendo i lavori, la Strabag, volumi di traffico largamente al di sotto delle previsioni e difficoltà a riscuotere i pedaggi.
Come se non bastasse, al momento, non ci sarebbero certezze (per usare un eufemismo) sui fondi per completare le restanti tratte brianzole e bergamasca, fino a Dalmine.

I numeri sono spietati.
traffico-pedemontana
Di Pietro ha parlato di una situazione poco presidiata e ha manifestato più di qualche perplessità sulla gestione passata della società.
Comunque si guarda avanti.
E’ in atto un confronto con Strabag per trovare un accordo riguardo le “Riserve”. Pare incredibile, ma a fronte di una richiesta che supera il miliardo e 200 milioni di costi aggiuntivi per le sole tratte già operative, il contenzioso potrebbe chiudersi con un esborso aggiuntivo tra i 40 e i 60 milioni di euro. Misteri degli appalti e delle opere pubbliche…
Di Pietro sta parlando, poi, con le banche che dovrebbero concedere i mutui necessari a continuare l’opera, ma la trattativa è molto complicata anche perchè dovrebbero essere messe in campo garanzie molto elevate.
Sul fronte dei pedaggi, altra fonte di finanziamento imprescindibile per la sostenibilità dell’opera, circa un quarto di coloro che sono transitati su Pedemontana non ha pagato. Sono in corso le operazioni per recuperare le cifre dovute e per far sì che d’ora in poi tutti paghino.
Pedemontana sta anche verificando possibili risparmi sui lavori futuri, non escludendo anche possibili ridimensionamenti del tracciato.
Tutto è ancora molto incerto, ma una decisione definitiva sull’intero progetto deve arrivare entro un anno o poco più.

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