Ottantotto miliardi di euro di fatturato, oltre 8 miliardi di entrate fiscali: sono gli impressionanti numeri del gioco d’azzardo legale in Italia. Numeri di cui difficilmente il bilancio del nostro Paese può fare a meno, ma che generano problemi sociali i cui costi sono difficilmente quantificabili e, comunque, altissimi. La spesa media pro capite di ogni maggiorenne per il gioco d’azzardo (compresi lotto, Totocalcio, Enalotto e Gratta&Vinci) supera i 1400 € all’anno e il rischio di cadere nelle forme patologiche di gioco è sempre in agguato.
Ne abbiamo parlato, nei giorni scorsi, alla Festa de L’Unità di Milano assieme ai sindaci di Bergamo Giorgio Gori e di Trezzano sul Naviglio Fabio Botero, ad Angela Fioroni della Scuola delle Buone Pratiche, a Ezio Casati, deputato PD, e ai giornalisti di Vita, Marco Dotti, e Davide Re di Avvenire.
E’ emersa la necessità di non abbassare la guardia e di intervenire, oltre che sull’educazione al gioco consapevole, anche sull’offerta di occasioni di gioco senza limiti e regole.
Molto interessante, in quest’ottica, quanto messo in campo dal Comune di Bergamo che, dopo una approfondita analisi del fenomeno, ha stabilito limiti orari più restrittivi e limitato la pubblicità nei luoghi di gioco: i primi risultati paiono incoraggianti.
Si rimane in attesa di significativi provvedimenti nazionali che consentano agli amministratori locali di lavorare in modo più coordinato ed efficace.
Per chi volesse approfondire la questione, segnalo il documentatissimo “Year book 2016” relaizzato dalla CNCA con moltissimi dati e racconti di esperienze diffuse un po’ in tutta Italia.
Year_book_2016_Rischi_da_giocare_web
Conoscere il fenomeno e parlarne è il primo passo concreto per creare le condizioni culturali e sociali per evitare abusi e utilizzo sconsiderato del gioco.