Parte ufficialmente il SIA (Sostegno Inclusione Attiva).
Per la prima volta in Italia, anche se in forma ancora sperimentale, viene avviato un provvedimento di contrasto della povertà estrema con particolare attenzione alle famiglie con minori.
Da oggi, 2 settembre, è possibile presentare al proprio Comune la richiesta.
Si tratta di un sussidio economico di contrasto alla povertà per le famiglie in condizioni economiche molto disagiate, con un Isee inferiore o uguale a 3.000 euro, nelle quali almeno un componente sia minorenne oppure sia presente un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza.
Per godere del beneficio, il nucleo familiare dovrà aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa, sostenuto da una rete integrata di interventi, individuati dai servizi sociali dei Comuni, insieme agli altri servizi del territorio (centri per l’impiego, servizi sanitari, scuole) e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali e tutta la comunità.
E’ il primo passo, quest’anno ancora sperimentale, verso l’introduzione nel 2017 del “reddito di inclusione” come intervento universale, strutturale e inclusivo per far fronte al profondo disagio sociale delle famiglie in situazione di povertà assoluta.
Il Governo ha stanziato per questa misura 750 milioni di euro per il 2016 (90,5 milioni di euro per i comuni della regione Lombardia) e 1 miliardo di euro dal 2017.
Gli elementi fondamentali del primo intervento strutturale contro la povertà in Italia sono inclusione sociale, dignità delle persone, presa in carico con un patto tra servizi e famiglie.
Un primo importante passo a favore del 1 milione e 582mila di famiglie che vivono in povertà assoluta.
Posso dire che, pur nella consapevolezza che ci vorrebbero molte più risorse, che un governo che si muove in questa direzione mi piace?