Torna a crescere l’affollamento delle carceri italiane. Dopo la condanna della Corte europea il numero dei detenuti era sceso, ma rispetto allo scorso anno è saloto, seppur di poco. Lo rivela l’associazione Antigone che pochi giorni fa ha diramato alcune anticipazioni del rapporto 2016 sul mondo del carcere. Due i dati più evidenti: eccessivo ricorso alla carcerazione preventiva e ancora troppo scarso utilizzo delle misure alternative.
La Lombardia è una delle regioni con le carceri più affollate, con un tasso superiore al 130% rispetto alla capienza prevista.
Lasciare in carcere una persona non pare, tra l’altro, il modo migliore per renderla meno problematica per la societá: al di lá dell’alto costo di detenzione (si aggira attorno ai 200 € al giorno), la recidiva di chi passa l’intera pena in carcere è di almeno tre volte superiore a quella di chi accede a misure aternative.
Molto si è fatto, visto che le misure alternative riguardano oggi circa il 40% dei detenuti, ma non basta.
Lo evidenziava qualche giorno fa lo stesso guardasigilli Orlando:
“Un carcere organizzato così com’è oggi non serve nemmeno per garantire la sicurezza. Il carcere costa ogni anno 3 miliardi di euro e l’Italia è il Paese con la recidiva più alta d’Europa. Chi invoca il carcere in nome della sicurezza, in realtà cavalca una società ansiosa e propina una truffa. (…) All’apice del sovraffollamento avevamo prima 69 mila detenuti per circa 42 mila posti. Avevamo un sistema che si reggeva soprattutto su una gamba, quella del carcere. I soggetti ammessi a pene alternative erano circa 20 mila. Adesso la situazione è cambiata. Abbiamo 54 mila detenuti per circa 50 mila posti, ma soprattutto 40 mila soggetti ammessi a pena alternativa.” (da: La Repubblica, 13 luglio 2016).
Nell’anno del Giubileo della Misericordia dovremmo provare a crerae le condizioni perchè il tema carcere non sia più considerato come troppo complicato da affrontare perchè rischia di far perdere consenso in una societá sempre più impaurita.
Difficile? Certo, ma se non si affrontano anche le questioni più complicate si finisce per restare schiavi delle proprie paure.
Regione Lombardia, dopo molte insistenze di associazioni e forze di minoranza, ha stanziato a fine luglio 10 milioni di € per finanziare la legge 8 che prevede interventi nelle carceri (compreso il sostegno delle pene alternative) e percorsi di reinserimento sociale per chi giunge al termine della pena.
Un’ottima cosa, ma il presidente Maroni pare quasi vergognarsene e preferisce continuare a gridare contro gli immigrati dicendo che devono starsene a casa loro o tornarsene da dove sono venuti. Evidentemente pensa di poter conservare più voti con questa strategia comunicativa.
Quando la Lombardia fa cose positive, anche dai banchi dell’opposizione non ho problemi a riconoscerlo, ma sarebbe anche ora di uscire definitivamente dall’ipocrisia di chi, anche in tema di carceri, preferisce dare fuoco alle polveri della polemica più che contribuire a risovere i problemi.