Le analisi sul voto milanese hanno evidenziato una frattura tra centro e periferie. Mi pare una lettura un po’ semplicistica, anche perché Milano è ormai città composita, dove il confine tra centro e periferia non corre lungo l’ormai “vecchia” circonvallazione della 90/91, ma è molto più frastagliato e articolato. Milano è tante città con differenze che si manifestano nel giro di poche centinaia di metri e con diverse comunità territoriali che rischiano di non incontrarsi mai e di non comunicare tra loro.
Mi è capitato di frequentare un po’ di mercati rionali durante la scorsa campagna elettorale e le diverse Milano si sono materializzate davanti ai miei occhi.
Tento di farvi qualche esempio.
Mercato Bonola, municipio 8, Gallaratese. Moltissimi anziani, quasi tutti meridionali, qualche straniero, non troppi, molti abitanti di comuni limitrofi, soprattutto Pero e Settimo Milanese. Lo spaccato di un quartiere popolare nato negli anni 60/70 con anziani molto spaventati e preoccupati.
Mercato Catone, municipio 9, Bovisa. Forte mix tra stranieri e italiani, tendenzialmente milanesi storici anziani. Mercato ordinato e non troppo rumoroso.
Mercato Marco Aurelio – Termopili, municipio 2, Gorla. Quasi solo stranieri, molto giovani, mercato molto chiassoso e colorato con italiani che si aggirano un po’ smarriti. Impressione di povertà abbastanza diffusa, prezzi molto bassi.
Mercato Benedetto Marcello, municipio 2, zona Loreto. Tanti stranieri, italiani per lo più anziani, prezzi tendenzialmente bassi, impressione di un disagio sociale abbastanza diffuso.
Mercato Valvassori Peroni, municipio 3, Lambrate. Più italiani che stranieri, mezza età, un po’ di giovani (anche perché si tiene al sabato), impressione di un buon mix sociale e di condizioni sociali medie.
Mercato via Mompiani, municipio 4, Corvetto. Molti stranieri e moltissimi anziani, impressione di disagio sociale diffuso, accentuato anche dalle condizioni dei caseggiati popolari che circondano il mercato.
Mercato via Vespri Siciliani, municipio 6, Giambellino. Più italiani che stranieri, età media non elevatissima, impressione di condizioni sociali medio basse, ma senza manifestazioni di disagio evidente.
Mercato Osoppo, municipio 7, San Siro. Molti stranieri, ma anche italiani non troppo anziani in un mix che non suggerisce particolari problemi di carattere sociale.
Mercato Fauchè, municipio 8, zona Sempione. Quasi solo italiani, parecchie persone in arrivo da fuori Milano, vari stranieri (turisti). Un mercato con bancarelle di livello medio alto e la sensazione di possibilità di spesa medio alti.
Mercato V alpini, Municipio 1, Vincenzo Monti. Italiani di mezza età con condizioni socio economiche medio alte, sulla frutta prezzi doppi (e anche di più) rispetto ad altri mercati, molti POS e registratori di cassa in bella vista, stranieri praticamente assenti.
Sono solo impressioni personali, maturate durante le ore passate nei mercati, nonostante le bizze del meteo e un guasto allo scooter abbiano impedito la visita ad altri mercati che avevo messo in agenda.
Non ho certo la pretesa di offrire analisi sociologiche, segnalo semplicemente come le diverse città descritte difficilmente hanno contatti tra loro, pur vivendo a poche centinaia di metri di distanza tra loro. Difficile anche capire come comunicare con le diverse comunità cittadine e non basta certo, anticipo una critica logica e fondata, presentarsi ai mercati per volantinare durante la campagna elettorale.
Nei mercati ho visto pochissime persone con il giornale sottobraccio, ma molti mi hanno riconosciuto dicendo di avermi visto nelle trasmissioni delle TV locali. Un mondo lontanissimo dai social network nei quali ha fatto irruzione solo grazie ai selfie dei politici che hanno distribuito volantini.
Come parlare a questi pezzi di Milano? Come farli diventare parte di un’unica comunità cittadina? Come saldare questi pezzi con il resto della Città Metropolitana?
Sono domande aperte a cui il nuovo sindaco Beppe Sala e la sua squadra saranno chiamati a dare risposte. Anche perché, da quello che ho percepito nei mercati, in questi anni le risposte attese o promesse non sono arrivate fino in fondo e in maniera efficace.
P.S.
Mi è venuta voglia (o forse è meglio dire che ho visto la necessità) di frequentare i mercati ordinariamente per avere un più diretto e continuo (anche se superficiale) confronto con questi diversi pezzi di città. Non so se riuscirò a dare corpo a questa idea, anche perché devo individuare la formula con cui farlo.
Ci penserò. Accetto suggerimenti.