Proprio in questi minuti inizia a Firenze il concerto organizzato in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato.
Il Rapporto annuale pubblicato oggi dall’UNHCR è spietato riguardo i numeri dei rifugiati nel mondo: sono 65,3 milioni le persone costrette alla fuga nel 2015, rispetto ai 59.5 milioni di un anno prima: 1 persona su 113 e’ oggi un richiedente asilo, sfollato interno o rifugiato.
Numeri impressionanti che richiamano tutti i paesi a una maggiore responsabilità.
Il problema sarà pure lo straniero che ci passa sotto casa o bivacca davanti al supermarket creando disagio e paura nella popolazione, ma non possiamo trascurare questi numeri enormi.
E non possiamo dimenticare che dietro ad ogni migrante rifugiato c’è una storia fatta di sofferenza, violenze e disperazione.
Sostenere che basti dire “non li vogliamo” per risolvere il problema è sintomo di superficialità e propaganda.
Il dramma dei profughi è frutto di vere e proprie manovre geopolitiche (flussi come armi di ricatto tra stati) e di interessi enormi, come quello che muove il mercato delle armi. Il livello nazionale non basta, serve almeno l’Europa che in questi anni è stata troppo timida se non assente. L’impegno per la cessazione delle guerre e piani di investimenti significativi in Africa e negli altri paesi “generatori” di profughi sono il minimo che si possa mettere in preventivo.
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, recandosi in visita al Centro Astalli di Roma e inviando un messaggio al responsabile per il Sud Europa dell’Organizzazione Mondiale per i Rifugiati (UNHCR).
Il testo del messaggio del presidente Mattarella