La maggioranza ha richiesto in regione l’inizio di una indagine conoscitiva su Expo spa e, in particolare, sull’operato dell’ex commissario unico Giuseppe Sala. Mi pare una richiesta intempestiva e strumentale. Non è un caso infatti che venga avanzata a ridosso delle scadenze elettorali e che prenda di mira esclusivamente l’ex commissario Sala che, fino a prova contraria, ha già risposto in tutto e per tutto al consiglio di amministrazione.
La richiesta, sotto sotto, nasconde però anche una sfiducia di fatto nei confronti di Maroni.
Le motivazioni presentate sono generiche e superficiali: si vuole andare ad approfondire le questioni che riguardano una società all’interno della quella Regione Lombardia ha comunque dei suoi rappresentanti a cui poter chiedere conto. Perché avviare un’indagine conoscitiva quando basterebbe chiedere a Maroni di riferire su come Regione Lombardia ha agito nel Consiglio di Amministrazione per garantire il buon esito di Expo? Mi pare sia un’esplicita azione di sfiducia nei confronti del presidente Maroni e dei membri da lui designati all’interno del consiglio di amministrazione.
Che sia un’azione strumentale lo dimostra inoltre il fatto che la maggioranza ha rifiutato la mia richiesta di allargare il raggio d’azione dell’indagine anche al ruolo che ha avuto Regione in questa partita e quindi alle collaborazioni stipulate dai vari enti regionali (ci potrebbero spiegare, ad esempio, quali attività abbiano svolto le collaboratrici volute da Maroni in persone presso Eupolis per occuparsi di faccende legate ad Expo) e alla gestione di Pianeta Lombardia, padiglione che ha avuto diverse vicissitudini e non si capisce quanto sia effettivamente costato.
Parteciperò attivamente ai lavori dell’eventuale indagine conoscitiva, ma non potevano certo chiedermi di avallare una richiesta che ha un evidente scopo elettorale.