A buoi ormai scappati, dopo il ‘caso Rizzi’, la Lombardia potrebbe dotarsi di un’Autorità anticorruzione sul modello di quella nazionale presieduta da Raffaele Cantone.
Questa, almeno, l’intenzione del governatore Roberto Maroni che durante la conferenza stampa dopo la riunione di giunta ha annunciato di aver depositato un progetto di legge regionale, di sua iniziativa, per istituire l’Arac, “Agenzia regionale anticorruzione che avrà il compito di controllare tutte le strutture della Lombardia”.
Credo che Maroni abbia già avuto tante occasioni per evitare che si ripetessero gli scandali ma, al di là delle parole, ha fatto poco di concreto. Organismi come il Comitato di controllo sulla legalità degli appalti e l’Agenzia dei controlli in sanità e il sottosegretario alla trasparenza non hanno combinato granché. Questa nuova autorità suona molto come una sorta di autocommissariamento con il rischio che i controlli siano messi in atto da chi, in qualche misura, dovrebbe essere controllato. È la certificazione del fallimento politico di Maroni.