Per gli auguri “rubo” qualche citazione dal volume di Mauro Magatti e Chiara Giaccardi “Generativi di tutto il mondo unitevi” edito da Feltrinelli.
“La vita eccede sempre le forme che assume. Ma è proprio quel “di più”, quel non ancora, quell’inaspettato che rende vive le forme. Accettare, dunque, il loro limite insieme alla loro bellezza. Misurarsi con entrambi. Organizzare lo spazio della protezione, se occorre. Sostenere quanto è fragile. Pensare che possa esistere un futuro che non è qui adesso, che non si vede, in cui tuttavia si può sperare”. (pgg. 94-95)
“Senza cambiamento non c’è vita, nè spirito. Ma senza la consapevolezza di appartenere a un popolo, a una storia, a una terra, di essere contemporaneamente padri e figli, il cambiamento rischia di trasformarsi in un avanzare vuoto, distruttivo delle persone, delle comunità, del senso, della vita”. (pg. 118)
“L’economia di cui abbiamo bisogno non è quella che ci condanna al consumo da una parte e all’iperefficienza dall’altra, ma un “cantiere” prezioso per elevare le condizioni di vita di tutti, mettere a disposizione una maggiore pluralità di beni (non solo di natura privata, ma anche relazionali, cognitivi, pubblici), ampliare le possibilità di espressione e comunicazione delle persone (…). La nuova prosperità non sottovaluta l’importanza delle esigenze di efficientizzazione tecnica né del godimento consumistico, ma considera inadeguata l’idea di espansione illimitata che ha guidato gli ultimi tre decenni. Nuove tipologie di beni, nuovi modelli di impresa, nuove relazioni di lavoro, nuove forme abitative, nuovi percorsi di formazione, nuove modalità di cura: il passaggio dall’espansione all’eccedenza segna il superamento del capitalismo tecno-nichilista, fondato sul regime dell’equivalenza, in favore del capitalismo a “valore contestuale”, che si regge sul regime della differenza”. (pgg. 128-129).
“Nonostante il rumore assordante e la mancanza di una linea precisa, i germogli di una nuova primavera cominciano a spuntare persino nel terreno arido e ormai sterile delle società dei liberi. Chi ha l’orecchio fine già le sente, chi non ha smesso di ascoltare la realtà già ne è avvolto: non un vento impetuoso, ma una brezza leggera si alza dentro e attorno a noi”. (pg. 146)
Che il 2016 ci porti la capacità di ascoltare la realtà e le persone che la abitano, il coraggio di riconoscere le differenze, di custodire le relazioni e di condividere percorsi per una vita buona che solo assieme potremo costruire e vivere. Senza pretendere di controllare e programmare tutto ciò che ci accade, nella consapevolezza che ciò che riceviamo è più di quanto siamo in grado di dare.
Auguri!