Il premier Matteo Renzi ha presentato le linee fondamentali della legge di Stabilità per il 2016. Il valore complessivo della manovra è tra i 27 e 30 miliardi di euro (forbice dipende dalla possibilità che Bruxelles accetti un margine di flessibilità pari allo 0,2%).
Ci sono state molte polemiche, anche interne al PD, su due aspetti della manovra: la cancellazione dell’IMU sulla prima casa e l’innalzamento del limite per l’uso del contante da 1000 a 3000 €.
Sono due provvedimenti, che personalmente non avrei inserito (almeno in questa modalità), ma da qui a dire che l’intera manovra è sbagliata e lontana dal DNA del PD…
C’è anche da dire che, se vediamo la manovra nella sua complessità, i due punti in questione sono abbastanza marginali, anche se mediaticamente molto efficaci perchè semplici da raccontare.
Credo che ci sia spazio per varie modifiche del provvedimento durante l’esame parlamentare e penso che sia giusto aprire un dibattito su quanto il Governo ha proposto. Proprio per questo, in attesa di approfondire i diversi temi della legge, vi propongo uno schematico riassunto delle principali misure previste.
Tasi – si prevede l’abolizione della Tasi, la tassa sulla prima casa. Contemporaneamente, sparirà anche l’Imu sui terreni agricoli e sui macchinari imbullonati. Potrebbe invece essere aumentata l’Imu sulle seconde e terze case. Tutte misure che dovrebbero costare circa 5 miliardi di euro.
Ires – La tassa alle imprese sarà ridotta, ma solo a partire dal 2017. C’è qualche speranza di anticipare la misura al 2016 solo se l’Europa accetterà di dare il via libera a quel 0,2% di sforamento richiesto. Assieme al taglio dell’Ires, un eventuale disco verde di Bruxelles potrebbe sbloccare anche investimenti nell’edilizia scolastica.
Niente aumento dell’Iva – È la misura più costosa, dal valore di quasi 17 miliardi di euro. Ma evitare che scatti la clausola di garanzia e di conseguenza che aumenti l’Iva è una misura imprescindibile per evitare che i consumi si deprimano ulteriormente.
Canone Rai – Il Canone scenderà da 113 a 100 euro e sarà inserito nella bolletta della luce e in questo modo chiunque sarà costretto a pagarlo. Dal 2017 il canone scenderà ulteriormente, a 95 euro.
Bonus ristrutturazioni – Gli incentivi per le ristrutturazioni sono state prorogate per un altro anno ancora. Le ristrutturazioni edilizie potranno essere detratte dall’Irpef per il 50%, quelle legate al risparmio energetico saranno detratte per il 65%.
Incentivi alle assunzioni – Prorogati ancora gli incentivi per chi assume (che nel 2015 hanno funzionato bene sul fronte occupazionale). Chi assume un dipendente a tempo indeterminato o converte un contratto a tempo determinato avrà uno sgravio sui contributi da versare. Rispetto a oggi, però, saranno meno generosi: dagli attuali 8mila euro si scende del 40% per l’anno a venire e del 75% nel 2017.
Limite dei contanti – Innalzato a tremila euro il limite dei pagamenti in contati, dagli attuali mille. Una misura molto contestata (per questioni di lavoro nero ed evasione fiscale), che secondo il governo potrebbe rilanciare i consumi.
Pensioni – Niente flessibilità in uscita, ma sarà possibile per chi ha più di 63 anni lavorare part time con una retribuzione quasi pari a quella ordinaria. Sale la no tax area dei pensionati, che da 7.500/7.750 euro (a seconda dell’età) diventa per tutti di 8.142 euro (pari a quella dei dipendenti).
Previsti anche misure a favore dei minori in situazione di povertà (con l’estensione della social card) e uno sblocco del Patto di Stabilità per i comuni con il bilancio in ordine (potrebbe essere sbloccato oltre 1 miliardo e mezzo di €).
Costo delle misure in sintesi
– 17 miliardi cancellazione aumento iva e accise
– 5 miliardi cancellazione Tasi e Imu agricola
– 3,5 miliardi per le misure anti-povertà e sulle pensioni
– 1,5 miliardi per decontribuzione e meno tasse per le imprese
Coperture
– 13 miliardi da aumento obiettivo deficit (che sale dall’1,4 al 2,2%)
– 5,5 miliardi da spending review
– 2 miliardi dal rientro dei capitali con la voluntary disclosure
– 1 miliardo da aumento prelievo sui giochi
– 600 milioni da cancellazione delle province
– 4,9 miliardi da maggiori entrate per via della crescita economica prevista (+1,6%)