Chi di voi ha mai sentito parlare della Carta di Udine?
Io, lo confesso, no, pur essendo attento alle tematiche friulane in nome delle mie origini cui sono molto affezionato.
Eppure la Carta di Udine oggi ad Expo è stata presentata come un’ideale emanazione per la Carta di Milano e il suo ruolo di lascito immateriale di Expo.
Ne ha parlato la presidente della regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani : “la Carta di Udine è stata l’occasione per rinsaldare i rapporti tra il Friuli Venezia Giulia e Paesi come Croazia, Slovenia, Austria e Serbia, ma anche con la macro regione adriatico-ionica che offre un apporto alla ricerca in ambito agroalimentare. La Carta di Udine non è solo un’occasione per l’Italia, ma anche per le relazioni internazionali come avviene tra i centri d’eccellenza e di ricerca. Ci piacerebbe fare sistema con un progetto delle regioni italiane, mettendo in rete i nostri istituti di ricerca. Tra i punti chiave della Carta di Udine – ha concluso la Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – sottolineerei l’invito per tutte le istituzioni a promuovere un partenariato pubblico privato per ricerca e sviluppo. L’impegno concreto e morale della generazione presente influirà sul futuro, dato che i beni primari non sono infiniti”.
«Alla base dei contenuti della Carta ci sarà proprio il principio di collaborazione tra tutti gli enti di ricerca del Friuli Venezia Giulia, i loro partner internazionali e gli Stati stessi», ha spiegato ancora la presidente, precisando che con gli Stati «la Regione sta cercando di stringere relazioni ancora più strette, con l’obiettivo di fare massa critica. Forti delle nostre identità, le proiettiamo in un territorio più ampio: la Carta di Milano può aiutarci a farlo». In particolare, Serracchiani ha citato l’esempio della recente riattivazione di un’importante commissione bilaterale tra Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, in cui la collaborazione in campo agricolo sarà elemento centrale. Questo, nel più ampio quadro della strategia della Macroregione Adriatico Ionica, contenitore per Paesi e Regioni vicine su cui l’amministrazione regionale sta puntando per concretizzare molte iniziative.
Il primo obiettivo, ha ricordato Serracchiani, «è lavorare insieme» sul tema affascinante scelto per l’Expo 2015, “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”, mettendo a fattore comune la filiera della conoscenza per elaborare strategie comuni per una crescita sostenibile; il secondo è fare in modo che la ricerca e lo sviluppo non restino scollati dai processi industriali e di produzione; il terzo è sollecitare l’incontro delle filiere produttive di successo. «Abbiamo un obiettivo ambizioso, legare la competitività dei sistemi territoriali locali e traghettarli verso livelli più alti, rendendo questi territori protagonisti per le sfide sui temi della nutrizione, della scienza e delle tecnologie», ha concluso la presidente.
Di Carta di Udine si è parlato lo scorso giugno nell’ambito del convegno “Food East” svoltosi nel capoluogo friulano alla presenza di ministri e rappresentanti di molti paesi dell’Alpe Adria e dei Balcani.
«I temi dell’agricoltura e delle energie rinnovabili sono priorità per lo sviluppo del Montenegro, che guarda all’iniziativa “Food East” come a un passo avanti verso la Ue. Sono sicura che questo evento regionale potrà rappresentare un ulteriore tassello importante per il Montenegro, per consentire al nostro Paese di essere pronto ad affrontare un mercato internazionale e aumentare il livello dei prodotti e della ricerca nel campo della biotecnologia e della produzione alimentare», ha sottolineato a margine del convegno la ministra della Scienza, Sanja Vlahovic. «Attualmente lavoriamo in modo bilaterale con l’Italia nei settori della scienza, dell’educazione, dell’agricoltura, fino a condividere progetti molto sofisticati nei settori della biotecnologia, dove abbiamo attiva una cooperazione con il Cnr molto efficace«, ha aggiunto Vlahovic.
Scambi tra atenei al centro dell’interesse manifestato dall’omologo della Croazia, il ministro Vedran Mornar, che ha sottolineato l’importanza di dare «uno sviluppo sistematico alla collaborazione, finora one-to-one, tra le Università della Croazia e italiane, e del Nordest in particolare, o tra singoli docenti degli atenei dei nostri due Paesi. Per esempio – ha ricordato Mornar – quando ero preside della facoltà di Informatica dell’Università di Zagabria, ho collaborato molto con il Politecnico di Milano, promuovendo scambi di studenti e di laureandi». «Ora è giunto il tempo – ha detto Mornar – di dare anche il via a una collaborazione più sistematica a livello di rapporti tra ministeri: bisogna lavorare insieme in modo più organico».
Carta di Udine e Carta di Milano enunciano temi interessanti, la sfida sarà ora quella di dar loro continuità e concretezza perché non siano solo iniziativa collaterali all’evento Expo.
P.S.
Mi permetto un piccolo consiglio agli amici friulani. Non sarebbe male spiegare meglio che cosa sia la Carta di Udine, per trovarne traccia in Internet si fa un po’ di fatica. Speriamo che la presentazione ad Expo sia solo l’inizio del cammino.