Diario di Expo del 15 settembre – No farmers, no party: l’entusiasmo della Coldiretti invade Expo

15 Settembre 2015 di fabio pizzul

Record storico per le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani: nei primi sei mesi dell’anno l’export è cresciuto dell’8 per cento, ponendo le basi per raggiungere a fine 2015 la storica cifra di 36 miliardi di euro.
Lo rivela un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al primo semestre del 2015, presentata oggi in occasione della Giornata dell’Agricoltura italiana ad Expo con la partecipazione di decine di migliaia di agricoltori provenienti da tutte le regioni guidati dal Presidente nazionale Roberto Moncalvo alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Decisivi i primi due mesi dell’esposizione universale, con una crescita salita al 10 per cento nel bimestre maggio giugno, di tre punti percentuali superiore a quella registrata nel quadrimestre che ha preceduto Expo (da gennaio ad aprile).
Circa i due terzi delle esportazioni interessano i Paesi dell’Unione Europea con una crescita del 5 per cento, ma il vero e proprio boom è soprattutto negli Stati Uniti con un +28 per cento, in Cina (+18 per cento) e nei mercati asiatici in generale (+24 per cento), anche se il miglior risultato è quello che viene dall’Oceania, con un +29 per cento, pur se l’importo complessivo è contenuto. Solo in Russia l’export si è quasi dimezzato, per effetto dell’embargo.

Trentamila piccoli agricoltori provenienti da tutta Italia hanno colorato oggi Expo del giallo e del verde delle loro bandiere e magliette. Salutandoli e ringraziandoli per la calorosa presenza, il Presidente nazionale di Coldiretti Moncalvo ha dedicato a loro la giornata: “L’agricoltura italiana è fatta del nostro lavoro quotidiano – ha affermato – e la visione del futuro fatta propria da Expo Milano 2015 è impersonata dai volti di ognuno di noi”.
“Le nostre aziende – ha aggiunto Moncalvo – hanno bisogno di lavoratori immigrati, ma dobbiamo tutelare i loro diritti: non possiamo tollerare che si cancellino le conquiste sindacali dei nostri nonni”.
L’esigenza di difendere diritti e remunerazione del lavoro della terra è stata sottolineata anche da Carlin Petrini, fondatore di Slow Food: “Un Paese senza contadini è un Paese senza memoria, ma per dare dignità agli agricoltori bisogna che il frutto del loro lavoro sia pagato il giusto e cioè né troppo poco, né troppo – ha sottolineato Petrini – se il cibo costa troppo fa soffrire i poveri, ma se costa troppo poco danneggia i contadini”.
Molto applaudito l’intervento del ministro dell’agricoltura Maurizio Martina che ha elogiato la pro positività della Coldiretti: “Non c’è organizzazione agricola in Europa che possa riunire così tante persone non per protestare, ma per proporre: Coldiretti dimostra una grande capacità di lavorare in squadra e di produrre una visione del futuro. Proprio durante la crisi è emersa la modernità e il valore della nostra agricoltura, che non è chiusa in un museo. Siamo di fronte a un passaggio cruciale e gli imprenditori agricoli dimostrano di avere i piedi ben piantati per terra, ma la testa presente nel mondo. Non a caso – ha continuato il Ministro – abbiamo il reddito per ettaro più alto d’Europa pur avendo le aziende più piccole, siamo leader mondiali nel biologico e nella produzione di vino e quest’anno abbiamo superato ogni record in fatto di export e tutto questo mentre stiamo migliorando anche la sostenibilità. Una crescita complessiva che si riflette sull’occupazione, con sempre più giovani che tornano alla terra, rilevando le aziende di famiglia o iniziando nuove attività e professioni agricole.”
Anche il presidente del Consiglio Renzi ha voluto riconoscere il ruolo fondamentale degli agricoltori: “Voi siete stati i primi a difendere l’orgoglio nazionale, a ribadire il diritto dell’Italia alla bellezza. Sì può parlare male del Governo o di un partito, ma non dell’Italia. Il nostro Paese oggi è leader nel mondo per fascino e qualità dei propri prodotti. Il mondo ha fame d’Italia, oggi ci sono 800 milioni di nuovi consumatori che si affacciano al mercato e per loro l’Italia è sinonimo di bellezza, cibo di qualità, cultura” ha continuato Renzi. “Per soddisfare questa crescente richiesta di prodotti italiani dobbiamo fare due cose: organizzarci meglio al nostro interno e comunicare meglio all’esterno quello che abbiamo, agendo sempre con un approccio comune e organico. Le grandi imprese non le fanno i leader – ha concluso il Premier – ma le fanno le persone come voi, con il loro lavoro quotidiano.”

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