Si è spento nella sera di domenica 26 luglio Alfredo Tornaghi, il maestro Tornaghi, come tutti lo chiamavano a Carugate, suo paese di nascita e di impegno per tanti anni.
Un personaggio eclettico e di una cultura vasta e articolata che ha sempre saputo mantenere aggiornata e aperta al confronto con i tempi che cambiavano.
Nato nel 1931, il maestro Tornaghi è stato vero e proprio punto di riferimento educativo e culturale della comunità in cui è vissuto: cultore di storia locale, maestro elementare di generazioni di giovani (ha insegnato per 42 anni), sindaco (area DC) dal 1968 al 1971, dirigente dell’Azione Cattolica, ricercatore dell’Istituto Regionale di Ricerca Sperimentazione e Aggiornamento Educativi (IRSSAE), fedele strumentista della banda, collaboratore e dirigente della FISM (la federazione delle scuole materne paritarie) e l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo. Grazie all’impegno di Alfredo Tornaghi esiste l’archivio storico Parrocchiale di Carugate, così come sono stati pubblicati diversi volumi di storia locale, da “Il paese di Carugate“, più volte ristampato compendio storico sulla città, alla storia della parrocchia, a quella del Movimento di Credito Cooperativo carugatese, a quella della scuola.
Ho avuto modo di conoscere Alfredo negli ultimi 30 anni circa della sua lunga e appassionata vita.
Di lui ricordo il rigore nel riferimento ai testi, l’amore per tutto ciò che aveva a che fare con l’educazione delle giovani generazioni e la grandissima passione per il Concilio Vaticano II e per il cammino di rinnovamento che la chiesa cattolica ha vissuto dalla seconda metà degli anni ’60.
Si potrebbero scrivere molte altre cose di Alfredo Tornaghi ed altri possono farlo molto meglio di me.
A me piace ricordarlo citando il numero 41 della “Evangelii nunziandi”, l’esortazione apostolica che papa paolo VI firmò l’8 dicembre 1975, a dici anni esatti dalla fine del Concilio:
“…per la Chiesa, la testimonianza di una vita autenticamente cristiana, abbandonata in Dio in una comunione che nulla deve interrompere, ma ugualmente donata al prossimo con uno zelo senza limiti, è il primo mezzo di evangelizzazione. «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, – dicevamo lo scorso anno a un gruppo di laici – o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». S Pietro esprimeva bene ciò quando descriveva lo spettacolo di una vita casta e rispettosa che «conquista senza bisogno di parole quelli che si rifiutano di credere alla Parola». È dunque mediante la sua condotta, mediante la sua vita, che la Chiesa evangelizzerà innanzitutto il mondo, vale a dire mediante la sua testimonianza vissuta di fedeltà al Signore Gesù, di povertà e di distacco, di libertà di fronte ai poteri di questo mondo, in una parola, di santità”.
Parole riferite da Paolo VI alla chiesa che mi permetto di associare ad Alfredo, in lui, e penso che molti possano condividere questa mia affermazione, ho ho potuto riconoscere un vero maestro e testimone.
I funerali si terranno domani, 28 luglio, alle 16 presso la chiesa di S. Andrea Apostolo a Carugate.
Caro Fabio,
concordo appieno con le cose che scrivi di Alfredo. E il funerale di ieri ne è stata una significativa, appassionata testimonianza.
Paolo