Riforma della sanità: piccola cronaca di tre giorni di dibattito

16 Luglio 2015 di fabio pizzul

foto_consiglieriDopo tre giorni di discussione, la riforma della sanità domani potrebbe giungere a un tornante decisivo: verrà aperto il tavolo di confronto politico che il presidente Maroni ha deciso di garantire alle minoranze. Dopo mesi di non discussione in commissione, con la maggioranza impegnata a giocare a nascondino attraverso continui cambi del testo da portare in aula, dopo due giorni di discussione generale in consiglio e la presentazione di oltre 24000 ordini del giorno e di più di 6000 emendamenti da parte delle minoranze, Maroni si è reso conto che, se vuole effettivamente approvare qualcosa prima della pausa estiva, è utile aprirsi al confronto.
Vedremo che cosa uscirà dal tavolo politico di domani.

Nel frattempo, devo registrare che li due giorni di discussione generale hanno proposto un dibattito interessante e costruttivo. Sono intervenuti tutti i consiglieri di minoranza presentando le ragioni della contrarietà al progetto presentato a Maroni e formulando proposte concrete di miglioramento che domattina verranno portate all’attenzione dei due relatori di maggioranza, il leghista Fabio Rizzi e Angelo Capelli di NCD.
I punti che stanno a cuore al PD sono quelli che trovare sintetizzati sul volantino “La riforma che non c’è” – qui il link per leggerlo
Sostanzialmente d’accordo, con alcuni piccoli distinguo e aggiunte, anche Patto Civico e Movimento 5 Stelle.

La giornata di oggi è stata dedicata alla presentazione degli ordini del giorno. Tenendo conto che i presentatori hanno a disposizione 5 minuti per la presentazione di ogni ordine del giorno, per terminarli tutti potrebbero essere necessario più o meno 200 giorni di sedute di consiglio. Da qui la scelta della maggioranza di provare a trattare.
Per quanto mi riguarda, oltre all’intervento di ieri in aula (non appena sarà disponibile nella mediateca del consiglio lo pubblicherò sul blog), oggi ho utilizzato 20 minuti per presentare 4 ordini del giorno.
Uno riguardava l’opportunità di avere un presidio socio sanitario nel comune di Arese che ha conosciuto negli ultimi decenni un grande sviluppo demografico (nel 1971 aveva 5000 abitanti, oggi 20000) e possiede una delle aree dismesse più grandi d’Europa (l’ex Alfa). Ne ho approfittato anche per ribadire la necessità che i sindaci dei comuni abbiano la possibilità di intervenire, attraverso la Confereza dei sindaci, sulla programmazione socio sanitaria del territorio. Con la nuova legge questa possibilità risulta, al momento, essere molto più sfumata di quanto non accada oggi.
Gli altri tre riguardavano la medicina scolastica che, dopo la scomparsa della figura del medico scolastico, non garantisce più screening e prevenzione di massa sui ragazzi. Abbiamo proposto di istituire programmi di prevenzione in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e corsi di educazione alimentare per la prevenzione sanitaria. In aggiunta abbiamo ipotizzato un sostegno alle famiglie per l’acquisto dei prodotti necessari per la lotta alla pediculosi (i pidocchi), sempre più in aumento nelle nostre scuole anche perchè molte famiglie evitano di fare trattamenti per il costo eccessivo dei prodotti necessari. Come vedete non si tratta di mero ostruzionismo, ma di proposte concrete che continueremo a fare anche nei prossimi giorni.
Vi assicuro che molti interventi sugli ordini del giorno sono stati davvero interessanti: il consigliere Straniero ha parlato delle buone pratiche di integrazione socio-sanitaria nel lecchese; il consigliere Villani della sanità in Oltrepò Pavese con tanti piccolissimi comuni senza servizi; il consigliere Gaffuri della sanità di montagna nell’Alto Lario; la consigliera Barzaghi dei presidi ospedalieri della Brianza; il consigliere Rosati delle patologie legate all’esposizione all’amianto e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Un dibattito lungo, ma interessante, sostenuto, fatta eccezione per una decina di interventi in discussione generale, dalla sola minoranza.
Mi auguro che possa essere utile per far capire a Maroni e ai suoi che il nostro intento non è quello di ostacolare, ma di migliorare una legge che rischia davvero di creare molti pasticci perchè non affronta organicamente il tema della sanità regionale, ma si limita a una riorganizzazione di alcuni aspetti gestionali senza affrontare temi decisivi come il coinvolgimento dei territori, la selezione dei dirigenti per merito, i controlli delle prestazioni erogate, la presa in carico effettiva dei pazienti anche dopo le fasi acute della malattia e tanto altro.
Vi terrò aggiornati sugli sviluppi.

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