Expo, in questi ultimi giorni, è oggetto anche di polemiche politiche.
Diversi esponenti del centrodestra milanese si sono scagliati contro l’idea di tenere l’assemblea nazionale del PD all’interno del sito. L’appuntamento è per sabato 18 luglio quando si daranno appuntamento presso il centro congressi di Expo gli oltre 1000 delegati democratici provenienti da tutta Italia.
Per tentare goffamente di sviare l’attenzione mediatica dal complicato percorso di approvazione della riforma sanitaria (che sta dividendo la maggioranza lombarda) si è pronunciato sulla faccenda anche Maroni, dichiarando di ritenere uno scandalo che il PD associ il proprio marchio di partito a quello di Expo. Secondo Maroni si tratterebbe di una strumentalizzazione bella e buona.
A me non pare proprio e tento di spiegarvi perchè.
L’assemblea del PD non è un evento inserito nel palinsesto ufficiale di EXPO: la cosa non sarebbe neppure possibile per il ferreo regolamento del BIE.
Il PD non fa altro, come nelle facoltà di qualsiasi soggetto pubblico o privato, che affittare l’auditorium di Expo (sottolineo affittare, perchè lo pagherà senza alcun tipo di sconto) per tenervi un incontro. Expo non autorizza in alcun modo l’utilizzo del suo marchio per la promozione dell’evento.
I biglietti di ingresso per i delegati sono stati acquistati: nessuno dei partecipanti all’assemblea entrerà gratis ad Expo, fatta eccezione per coloro che, in quanto rappresentanti istituzionali, risultano già titolari di un accredito per l’ingresso al sito.
Non ci sarà dunque alcun accostamento del PD ad Expo; c’è semplicemente la volontà di portare i delegati dell’assemblea nazionale ad Expo per promuoverne la conoscenza e invogliarli a visitare nuovamente l’esposizione universale. Ovviamente i delegati, una volta finita l’assemblea, se lo riterranno, potranno fermarsi ad Expo fino alla chiusura prevista, come ogni sabato, per la mezzanotte.
Tutto qui.
Non mi pare che il PD intenda in questo modo strumentalizzare Expo; contribuisce piuttosto alla sua promozione.
Se altri partiti, associazioni o gruppi volessero fare altrettando non penso incontrerebbero alcun ostacolo.
D’altronde, diverse aziende private, anche di grandi dimensioni, hanno organizzato meeting aziendali in Expo, senza creare il minimo problema.
Legittimo che quando si muove il principale partito italiano nasca qualche polemica, ma credo che, in questo caso, la stessa durerà lo spazio di qualche minuto.
Molti leggono questa scelta di Renzi come una sorta di investitura di Sala come suo candidato per la carica di sindaco di Milano, ma anche questa mi pare una fuga in avanti molto prematura. Il nome di Sala circola da tempo e rappresenta un’ipotesi interessante; il diretto interessato non si è ancora pronunciato al riguardo e mi parrebbe dunque quanto meno azzardato credere che celebrando ad Expo l’assemblea nazionale Renzi voglia già indicare il nome di colui che potrebbe succedere a Pisapia.