Nei giorni scorsi ho potuto visitare il centro di produzione che la RAI ha allestito ad Expo.
Una struttura davvero importante con uno studio molto ampio, diverse post produzioni e montaggi, regie, spazi per le redazioni, camerini e un settore provvisoriamente dedicato alle reti di radio RAI.
Ingente l’impiego di forze tecniche a disposizione di Expo spa per documentare in immagini praticamente utto ciò che accade ogni giorno all’interno del sito.
Moltissimo dunque il materiale a disposizione, ma solo una piccola parte di questo viene utilizzato per quanto la RAI manda in onda ogni giorno su e da Expo.
Lo studio viene utilizzato esclusivamente per The cooking show”, in onda u Rai 3 e condotto da Lisa Casali.
La TGR produce un Tg quotidiano da 10 minuti e ci sono poi tutti i servizi per i vari Tg e programmi delle reti.
Molto materiale viene anche proposto dal sito tematico www.expo.rai.it che fornisce anche la ripresa in diretta di uno scorcio del decumano qui le immagini.
Un servizio interessante, ma sicuramente al di sotto di quello che il molto materiale a disposizione e gli venti che caratterizzano le giornate di Expo potrebbero suggerire.
La guida “politica” del centro di produzione è affidata a Expo spa che ragiona più secondo esigenze “aziendali”, di documentazione e di archivio che secondo criteri editoriali.
La RAI potrebbe raccontare Expo in un modo del tutto originale se solo si facesse la fatica di immaginare una chiave per raccontare quello che tutti i giorni accade lungo il decumano. Ci sono decine di convegni, seminari, eventi, spettacoli, così come centinaia di storie originali e uniche che potrebbero raccontare i diversissimi protagonisti, a vari livelli, di Expo. Ma la RAI si limita a documentare e a fornire spazi a programmi di rete e a TG.
E pensare che le professionalità non mancherebbero, perchè il Centro di produzione di Milano, come ha dimostrato allestendo a tempo di record e senza un progetto organico preesistente e pensato appositamente il sito RAI in Expo, può dare moltissimo e negli ultimi anni è stato largamente sottoutilizzato a causa di equilibri “geo-politici” aziendali.
Expo avrebbe potuto (o potrebbe ancora) essere l’occasione per rilanciare la sede di Milano, magari anche con qualche progetto per il post-Expo, ma la sensazione è che in RAI, soprattutto a Roma, non la pensino esattamente così.
Speriamo che si corregga la rotta “in itinere”, come sta accadendo per tante altre parti di Expo, e che la RAI si renda conto che puntare su Milano significa puntare sul futuro, che potrebbe significare anche una nuova sede proprio sulle aree di Expo con una serie di strutture a servizio del rilancio dell’intero sistema multimediale e audiovisivo della Grande Milano.
Diario di Expo del 22 giu – Rai ed Expo, tante potenzialità, ma…
22 Giugno 2015 di fabio pizzul
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