Il destino delle aree di Expo è ancora incerto. Sul sito della Regione Lombardia si legge:
“Entro i primi mesi del 2014 saranno prese decisioni condivise e verrà bandita la gara d’individuazione dello sviluppatore del Masterplan” (QUI)
Che dire? Siamo a fine maggio del 2015 e ancora tutto langue. Regione ha un ruolo determinante nella definizione del futuro dell’area, ma non sembra sin qui aver saputo guidare il dopo Expo. Il Presidente Maroni ha chiesto al Governo di entrare nella società Arexpo – di cui fanno parte Regione Lombardia e Comune di Milano – acquistando le quote detenute da Fondazione Fiera: una sorta di abiura federalista in cambio di un aiuto nazionale, per di piu’ servito sotto forma di ricatto – della serie, se il Governo vuole avere voce in capitolo, metta altri soldi.
Questa mattina, intervenendo all’iniziativa del PD Metropolitano “Expoi?” il Ministro Martina non ha escluso nessuna ipotesi, nemmeno quella dell’ingresso del Governo nella società Arexpo, sottolineando però la necessità di definire prima quale sia la direzione verso la quale i soggetti coinvolti intendono orientare il futuro delle aree. Quello del Governo appare, quindi, un sì condizionato: non tutti i progetti per il dopo Expo sono ugualmente d’interesse pubblico nazionale e non tutti – s’intuisce – vedrebbero il Governo impegnato economicamente nella partita.
Un’area tanto vasta e ben collegata a Milano e alla Lombardia, se ben sfruttata, non sarà strategica solo per il territorio, ma una preziosa eredità per l’intero sistema paese. L’idea di costruire lì il campus dell’Università degli Studi di Milano piace a tutti, Governo compreso, ma resta da capire cosa ne sarà dello spazio che rimarrà al di fuori di questo progetto.
Il tema, c’è da scommetterci, sarà oggetto di dibattito ancora a lungo, auspicabilmente concentrato sulle idee e non sul desiderio della Regione di issare bandierine.