In molti stanno programmando una visita di una giornata ad Expo.
Come ho già avuto modo di dire, è necessario prepararla a dovere per non ritrovarsi a vagare per l’intera giornata ricavandone solo la sensazione di aver percorso in lungo e in largo il decumano senza vedere realmente nulla.
Nei padiglioni più affollati si potrà dai prossimi giorni prenotare la visita, così da evitare le lunghe e noiose code che si sono viste fin qui.
Se entrate dall’ingresso della Metropolitana o delle linee S, vi consiglio senza dubbio di iniziare con la visita al padiglione 0 per poi fare una rapida visita al piccolo, ma interessante padiglione di Caritas e ammirare, proprio lì accanto, la riproduzione della Madonnina.
Per il resto, il consiglio (banale) non può che essere quello di studiare attentamente la piantina e di programmare le visite ai padiglioni secondo un ordine coerente con la loro posizione lungo il lunghissimo decumano.
I percorsi tematici possibili sono poi molti. L’obiettivo, secondo me, deve essere quello di non limitarsi alla dimensione spettacolare, ma di provare anche a scegliere proposte che facciano riflettere sul tema del cibo e della nutrizione.
Mi permetto di rilanciare un articolo comparso nei giorni scorsi su Libero con il suggerimento di due possibili percorsi giornalieri, uno più tematico, l’altro più spettacolare.
Mi pare chiaro, anche dalla lettura di questi suggerimenti, che una giornata non è certo sufficiente per apprezzare le tantissime proposte di Expo. Meglio dunque mettersi il cuore in pace: tutto non si può vedere, è bene fare fin da subito delle scelte oculate.
Mi rendo conto che per una famiglia è un salasso, ma, forse, l’unica è prevedere più di una visita.
Vero è che molti ragazzi andranno ad Expo con la scuola o con gli oratori, per la visita “di famiglia” privilegiate allora quello che loro non avranno già visto.
Ribadisco, comunque, che vale davvero la pena di fare un giro ad Expo, al di là di quella che è l’opinione riguardo la bontà e l’efficacia dell’evento.