3 maggio
Oggi seconda capatina ad Expo per l’inaugurazione di Pianeta Lombardia, lo spazio della regione proprio all’incrocio tra Cardo e Decumano, a due passi da Palazzo Italia. Pianeta Lombardia, a dire il vero, ha bisogno ancora di alcune finiture e punta molto sulle immagini dei luoghi più belli della nostra regione e sulla promozione in immagini delle eccellenze enogastronomiche. Non svelo il percorso per non rovinare la sorpresa. Sorprendenti, a proposito, gli occhiali che garantiscono una visita virtuale in diversi luoghi di Lombardia. Strategica la posizione che andrà sfruttata garantendo una continua presenza di persone in grado di intavolare dialoghi con i visitatori. Spero che la Giunta si impegni in questo senso, magari coinvolgendo anche il Consiglio.
Ho visitato, in compagnia del Presidente del Consiglio regionale Cattaneo, il padiglione della Santa Sede accolto dai due vice commissari del padiglione stesso. Cosa vi trovate? Tante belle foto che ricordano il volto di chi soffre la fame, una straordinaria e soprendente Ultima Cena di Tintoretto e una lunga tavolata multimediale che invita alla condivisione e ripercorre i tanti modi di guardare alla nutrizione e al cibo. Il percorso prevede (con la possibilità di sedersi, cosa non scontata nelle maratone dei visitatori di Expo) anche alcuni video che ricordano l’impegno del Vaticano contro la fame.
A seguire ho fatto una lunga camminata lungo il Decumano per raggiungere il Metro apprezzando le architetture dei diversi padiglioni, davvero molto curate.
A proposito di trasporti per raggiungere Expo, ho qualche nota da fare.
Questa mattina avevo appuntamento con il Cerimoniale del Consiglio a Porta Merlata, l’ingresso Sud.
Un po’ di corsa, visto che arrivavo dall’assemblea della BCC di Carugate, mi sono fidato delle (poche) indicazioni presenti sulle Autostrade provenendo dalla A4 (Torino-Venezia). Ebbene, i cartelli per il Parcheggio Merlata, quasi interamente dedicato ai pullman, mi hanno condotto all’inizio di una rampa in cui il transito è riservato a Taxi e Bus, con tanto di controllo elettronico degli accessi. Onde evitare contravvenzioni, ho ripiegato sul parcheggio prossimo alla stazione del Metro di Rho Fiera, convinto che poi mi sarebbe stato possibile raggiungere in qualche modo Porta Merlata. Impossibile: mi è stato detto che si poteva raggiungere solo in automobile. Dopo aver raccolto una collega consigliera bresciana che stava vagando da circa mezz’ora alla ricerca dell’ingresso stabilito, sono salito su un Taxi. l’autista ha confessato di non avere bene idea di come poter raggiungere Porta Merlata, ma ci ha anche detto che avrebbe seguito un suo collega che pareva avere le idee più chiare. Dopo un quarto d’ora abbondante tra rotonde, svincoli e un paio di richieste di informazioni a ignari vigili urbani, siamo giunti al margine del parcheggio per pullman di Cascina Merlata. Sul tassametro è comparsa la cifra da pagare 20 €. Da lì, con una camminata di una decina di minuti siamo finalmente giunti all’agognata Porta Merlata.
In sintesi: segnalazioni carenti, poche informazioni anche da parte di chi dovrebbe fornirle o padroneggiarle (vedi tassisti) e una viabilità davvero labirintica. Consiglio dunque di studiare per bene il percorso se volete raggiungere senza intoppi l’ingresso prescelto. Se arrivate in Metro con la ferrovia (la stazione è molto vicina all’ingresso Ovest) non avrete certo problemi.
Nel pomeriggio ho partecipato alla manifestazione #nessunotocchiMilano in risposta alle devastazioni dei black bloc. Tantissima gente (pare 20mila) e un clima davvero positivo come segno di solidarietà verso coloro che sono stati colpiti dalle devastazioni. Lungo il percorso da Cadorna alla Darsena tante squadre di volontari e dell’AMSA che ripulivano i muri imbrattati. Una grande bella reazione corale della città.
La lenta marcia ha percorso a ritroso il tragitto della manifestazione del Primo Maggio e mi è sembrata una sorta di rito civile di riconciliazione con la città ferita. Un grazie a tutti coloro che hanno voluto condividere questo ideale abbraccio a Milano. Penso sia stato davvero un bel segnale.