Si fa da mesi un gran parlare di province: sono state abolite o no?
La realtà è più semplice di quanto si vuol fare credere. Le province sono state trasformate in enti di coordinamento di area vasta con la conseguente elezione dei propri amministratori con un’elezione di secondo grado (coinvolgendo sindaci e consiglieri comunali del territorio).
Quanto all’abolizione, ci sarà solo quando verrà approvata la riforma costituzionale attualmente in discussione in Parlamento.
Nell’attuale fase le province mantengono le funzioni fondamentali delegate dallo Stato e possono mantenere altre funzioni sulla base delle decisioni delle singole regioni. La Lombardia ha deciso di mantenere tutte le deleghe che aveva attribuito alle vecchie province, fatta eccezione per quelle all’agricoltura, caccia, pesca e foreste che ha stabilito di mantenere in proprio.
Per l’esercizio di queste funzioni le province ottengono trasferimenti rispettivamente dallo Stato e dalla Regione.
Nel 2015 lo Stato ha operato tagli di trasferimenti sulle province per 1 miliardo (per le province lombarde circa 96 milioni), Regione Lombardia di circa 9 milioni (ovviamente solo sulle province lombarde).
Le province sono oggettivamente in difficoltà nel pagare i dipendenti e nel garantire i servizi ai cittadini.
Sarà una fase transitoria, in vista della futura riforma costituzionale, ma è molto pesante.
A questo si aggiunge il fatto che solo lunedì scorso, quindi a metà aprile, la regione ha raggiunto un accordo con le province lombarde per quanto riguarda i fondi da trasferire nel 2015. Fondi che, tra l’altro, non potranno arrivare fino a quando non verrà approvata la legge regionale che stabilisce quali siano le funzioni che Regione Lombardia trasferisce alle province. Approvazione che dovrebbe arrivare entro fine maggio.
Discorsi un po’ tecnici per dire come le province in questi primi mesi del 2015 hanno rischiato di dover dichiarare il default e di smettere di pagare stipendi ed erogare servizi. Ora questo rischio dovrebbe essere scongiurato, ma i soldi previsti potrebbero non bastare.
Per i più “curiosi” allego il testo dell’accordo siglato tra Regione Lombardia e Unione delle Province Lombarde.
In soldoni: confermati (con un piccolo taglio sul 2014) 195 milioni, aggiunti 10 milioni per i servizi scolastici (in particolare il trasporto disabili), materia oggetto di infinite dispute negli ultimi anni.