Quarantuno milioni di euro in 2 anni per le scuole lombarde. Non è una promessa, è quanto ha garantito la giunta regionale negli anni scolastici 2012/2013 e 2013/2014 per l’acquisto di LIM (lavagne interattive multimediali), tablet ed altri dispositivi elettronici.
La scuola ha bisogno di risorse. Ma, quando le risorse arrivano, come vengono utilizzate e quali risultati garantiscono?
Sono alcune delle domande a cui ha tentato di rispondere un’analisi promossa dal Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, organismo del Consiglio Regionale della Lombardia, su Generazione Web, la misura che per due anni ha finanziato le scuole lombarde perché acquisissero strumenti per la didattica digitale.
Diamo un’occhiata a quello che è emerso dalla ricerca.
Il primo dato riguarda l’investimento effettuato, pari, per la sola Lombardia, al doppio di quanto il Piano Nazionale Scuola Digitale ha previsto per l’intera Italia. Ai 20 milioni di euro stanziati dal governo, la Lombardia ha risposto con 41 milioni di euro.
Gli interventi si sono così articolati negli anni:
– per l’anno 2012-2013 la regione stanzia inizialmente 4 milioni di euro per integrare i 4,7 messi a disposizione dallo Stato, integrandoli poi con altri 4 milioni visto in numero di richieste prevenute. Il totale delle risorse regionali ammonta quindi a 8 milioni.
– per l’anno 2013-2014 lo stanziamento iniziale è di 7,7 milioni di euro che salgono a 27 milioni per garantire la quasi completa evasione delle domande pervenute (la scelta è stata quella di anticipare a quest’anno scolastico anche le risorse previste per quello successivo).
Il totale per il biennio, tenendo conto anche del finanziamento statale, è quindi di 40 milioni di euro a cui vanno aggiunti, per raggiungere quota 41, i 700mila euro stanziati per la formazione degli insegnanti nell’anno scolastico 2014-2015 e, sempre nell’anno in corso, 500mila per la premialità ai progetti più innovativi.
Mi rendo conto di avervi già stordito con i numeri, ma era importante ricostruire l’intero intervento di Generazione Web.
Nel primo anno sono stati finanziati 443 interventi, nel secondo 500. Si è così raggiunto, nel complesso delle due annualità, circa il 30% delle classi delle scuole lombarde (calcolando le scuole statali, paritarie e della formazione professionale), anche se i dati a disposizione di chi ha redatto la ricerca non rendono possibile individuare il numero assoluto di classi raggiunte, tenuto conto del fatto che almeno il 60% degli istituti ha partecipato ad entrambi i bandi.
Uno dei dati più preoccupanti riguarda la connettività delle scuole lombarde. Secondo le migliori pratiche internazionali, la didattica digitale richiede connessioni veloci e reti che consentano scambi di dati ad almeno 100 MBps (mega byte al secondo). Il quadro che emerge dall’indagine sulle scuole lombarde è desolante: solo il 19% degli istituti è raggiunto da connessione con fibra ottica o satellitari (le uniche in grado di garantire le velocità di trasferimento prima citate). Il 31% si ferma sotto i 7 Mbps, il 32% sotto i 20 Mbps e solo il 13% possiede una xdls da più di 20Mbps.
Veniamo agli imprevisti rilevati durante il percorso di finanziamento:
– malfunzionamenti della piattaforma GeFO, che gestisce on line le richieste di partecipazione ai bandi regionali (un tema ormai cronico per la Lombardia);
– diversi rifinanziamenti che, se positivi per le scuole che sono state raggiunte dai fondi aggiuntivi, denotano una scarsa capacità di valutare le esigenze reali del sistema scolastico regionale;
– bassa capacità da parte delle scuole di portare a termine i progetti nei tempi assegnati (soprattutto a causa del ritardo nell’erogazione dei fondi statali);
– assenza di dati sulla base dei quali valutare la ricaduta dell’iniziativa sulla didattica (le attività di controllo inizialmente previste non sono state realizzate perché non erano disponibili risorse da dedicarvi).
Qualche considerazione a parte merita la formazione dei docenti. Nel bando 2013/2014 la regione ha stanziato ulteriori risorse per finanziare attività formative dei docenti conivolti nelle precedenti edizioni di Generazione Web. Un intervento meritorio, ma sicuramente tardivo, perché la semplice disponibilità di strumenti elettronici senza un’adeguata preparazione da parte degli insegnanti rischia di avere un’efficacia pratica molto relativa.
La ricerca del Comitato Paritetico di Valutazione e Controllo si è spinta anche a fornire alcune indicazioni operative per possibili (e auspicabili) nuovi bandi per la digitalizzazione delle scuole lombarde:
– lo scopo dell’intervento non dovrebbe essere quello di fornire un dispositivo elettronico a ciascun studente lombardo, ma di favorire l’effetto contagio, ovvero il fatto che, grazie alla presenza diffusa di dispositivi, ci sia una tale innovazione didattica da rendere attrattivo e conveniente l’utilizzo dei dispositivi. La diffusione non omogenea delle scuole che hanno ottenuto i fondi del bando non va in questa direzione;
– manca ancora una vera spinta per l’editoria e i prodotti digitali per la didattica: la semplice lettura di un libro tradizionale in formato pdf su un tablet non serve a granchè se non limitare il peso da portarsi nello zainetto…
– tutte le scuole hanno acquistato tablet o Lim, pochissime hanno investito nella connettività, ma un tablet senza adeguata connessione è uno strumento sottoutilizzato;
– servono, infine, docenti che sappiano promuovere innovazione didattica, senza di essi, come già detto, il rischio è che i dispositivi servano a poco. Non vorrei dover scoprire che, mentre il docente di turno spiega con la Lim, gli studenti in classe utilizzano il loro tablet per giocare a Candy Crush…
analisi completa dei risultati di Generazione Web
Indicazioni del comitato paritetico su Generazione Web
P.S.
Rimane un giudizio globalmente positivo sul grande investimento fatto in Generazione Web da Regione Lombardia, ma non dimentichiamoci che i 3 bandi di questi anni sono stati finanziati in buona parte con le risorse che la regione avrebbe dovuto usare per l’edilizia scolastica. Questione di priorità…