Qualche breve riflessione sulla legge per la costruzione di luoghi di culto in Lombardia approvata ieri dal Consiglio regionale. I punti, molto schematici, riprendono quanto ho detto ieri in aula a sostegno del voto contrario espresso dal PD.
Si potrebbero fare molte altre considerazioni che affiderò ad altri interventi.
– Siamo di fronte a evidenti rischi di errori e confusione. L’iter della legge è stato confuso e caratterizzato da vari emendamenti e subemendamenti della maggioranza che hanno via via radicalmente cambiato la proposta di legge, gli ultimi dei quali sono arrivati a discussione in aula già iniziata. Per evitare rischi di incostituzionalità, da noi e da molte realtà religiose fortemente sottolineati, si è arrivati a un testo che non li scioglie del tutto e rischia di creare confusione ed effetti collaterali indesiderati.
– I luoghi di culto sono considerati una minaccia o un diritto? Se li si costruisce e gestisce rispettando la legge, perché ostacolarli?
– Considerare qualsiasi attività religiosa (soprattutto islamica) come a rischio finisce per alimentare le condizioni perché molti rimangano nell’ombra e nell’irregolarità, ottenendo esattamente il contrario di quello che ci si dovrebbe augurare. La presente legge non interessa in alcun modo i tanti luoghi “clandestini” in cui si prega e ci si ritrova, semplicemente impedisce di costruirne di regolari e controllabili
– Se stanno i discorsi che ho sentito fare in aula dalla maggioranza, anche i papi che hanno fatto visita alle moschee sono passibili di essere accusati di collusione con il terrorismo o di attacco alla democrazia…
– Dal punto di vista amministrativo si introducono molte complicazioni che renderanno difficile la vita non di coloro che non vogliono sottostare alle regole, ma alle amministrazioni locali
– La nuova normativa si applica anche alle strutture religiose della chiesa cattolica: siamo proprio certi che sia logico ed opportuno arrivare a complicare le procedure per la costruzione, ad esempio, di un nuovo oratorio?
– Dietro questa legge c’è una grande manifestazione di debolezza: preferiamo nasconderci dietro a norme urbanistiche per evitare un confronto con chi è diverso dalla nostra tradizione. Solo la conoscenza e il confronto creano sicurezza. L’impressione è che non ci riteniamo capaci di rendere ragione dei nostri valori che non possono essere difesi e alimentati da telecamere di sorveglianza, obbligo di posteggi o complicazioni burocratiche.
– Penso che stiamo, anzi, state (non voglio togliervi il merito dell’approvazione della legge) sfruttando e strumentalizzando le opinioni e le paure delle persone più semplici creando le condizioni per una cultura del sospetto che non fa bene a nessuno ed è contraria a qualsiasi senso religioso; la religione è apertura all’altro, non chiusura.