Nella prossima seduta della Commissione V-territorio, prevista per giovedì 22 gennaio, è intenzione della maggioranza procedere all’approvazione delle modifiche alle disposizioni per l’apertura di nuovi luoghi di culto in Lombardia. Nelle ultime settimane c’è stato molto dibattito su questo tema e le perplessità evidenziate dal servizio legislativo regionale, dalle minoranze e dalle tante realtà che hanno voluto essere ascoltate dalla commissione paiono ancora tutte presenti. Ma la maggioranza pare intenzionata a non fermarsi.
L’obiettivo mi sembra tutto politico, ovvero tentare di mettere in discussione il percorso già avviato, ad esempio a Milano e a Crema, per l’autorizzazione alla costruzione di alcune moschee. L’obiettivo politico si scontra però contro la necessità di garantire la libertà di culto per i fedeli delle religioni presenti sul nostro territorio.
La chiusura della maggioranza mi pare anche figlia di un’illusione, ovvero fare finta di risolvere un problema negandolo, ma la realtà è molto più dura e testarda delle nostre idee…
Siamo proprio sicuri che lasciando gli oltre 400mila islamici presenti sul territorio lombardo in una zona grigia che li costringe a far ricorso a luoghi di incontro e di preghiera clandestini e non regolati facciamo un buon servizio alla nostra sicurezza? Per non parlare del rispetto che si deve a chi pratica un’altra religione, ma qui rischiamo di andare in zone troppo sofisticate…
Ci sono, come continua invano a ripetere anche il servizio legislativo della regione, evidenti profili di incostituzionalità.
Vi allego due dei pareri espressi durante le audizioni in commissione.
Il primo giunge, in modo forse sorprendente, dalla Consulta per la laicità delle istituzioni, che prende le difese della libertà di culto.
Il secondo è firmato dal professor Paolo Branca, collaboratore della Diocesi di Milano per i rapporti con l’islam.
Mi paiono due letture interessanti per riflettere, la prima è molto tecnica, la seconda più discorsiva.