All’inizio di dicembre, per la precisione il 3, la Giunta regionale ha pubblicato la graduatoria del bando per il sostegno allo sport dilettantistico lombardo. 1,7 milioni di euro sono stati distribuiti a società dilettantistiche appartenenti alle diverse federazioni sportive attive in Lombardia.
A ridosso di Natale, il 23, un piccolo colpo di scena: la graduatoria è stata annullata e sostituita da un nuovo elenco che prendeva atto di alcuni errori nella sezione dedicata alle associazioni o società rappresentanti l’eccellenza lombarda.
Nessun giallo particolare, ma la conferma delle difficoltà incontrate da molte società nel presentare la domanda per essere ammessi ai contributi.
Sono state applicate le regole che vengono utilizzate ordinariamente per i bandi regionali, con la possibilità di presentare richieste e documentazione esclusivamente on-line con la firma elettronica.
Già qui molte società dilettantistiche si sono trovate a mal partito e hanno rinunciato in partenza.
Anche la fase di caricamento dei dati ha fatto le sue vittime, così come la presentazione di rendiconti di spesa che non sempre sono stati accettati dalla struttura regionale.
Anche tra coloro che sono arrivati in fondo al percorso e hanno ottenuto il finanziamento si raccoglie la sensazione di aver dovuto penare per fare tutte le cose come andavano fatte.
La struttura regionale, con cui ho avuto più volte modo di confrontarmi, sostiene di aver semplificato al massimo le procedure e di aver applicato tutte le agevolazioni possibili per la presentazione delle domande.
A questo punto mi pare legittima almeno una domanda: sono le società sportiva dilettantistiche ad essere ferme all’età della pietra o è la struttura regionale a non avere idea di come sono le società sportive?
Come spesso accade, la verità potrebbe essere nel mezzo, con una parte di società che effettivamente hanno qualche problema di troppo a rapportarsi con la struttura istituzionale, credo però che anche la regione dovrebbe interrogarsi sul proprio modo di relazionarsi con le realtà territoriali.
Basta leggere la delibera con cui si corregge l’assegnazione dei fondi per giustificare, almeno in parte, il disagio dei dirigenti sportivi di base. E’ mai possibile che ci si debba sempre trovare di fronte a un linguaggio burocratico ed oscuro? Per chi fa già fatica, da volontario, a gestire la sua società sportiva rischia di essere un ostacolo difficile da superare.
Anche la rendicontazione non deve essere stata così semplice e lineare. Prendo solo un esempio: l’ultima tra le società calcistiche ammesse al contributo aveva dichiarato spese per 44100 €, richiesto un contributo di 5000 € (il massimo assegnabile), ma di euro ne ha ottenuti solo 4095,22, evidentemente le ricevute presentate non erano adeguate. Ma sono le società ad essere approssimative o le regole ad essere troppo restrittive?
Indubbiamente le società devono crescere in competenza e professionalità; auspico però che anche la regione si interroghi su possibili semplificazioni e che si organizzino, magari in collaborazione con le federazioni, incontri di formazione per i dirigenti sportivi locali.
E’ chiaro, infine, che, in presenza di poche risorse rispetto alle richieste (per il calcio, ad esempio, 105 sono state le società escluse e 37 quelle finanziate) la selezione è inevitabile, ma sarebbe opportuno non venissero premiate solo le società più “attrezzate”.
Il link alla delibera
Qui i risultati del bando