In una confusa conferenza stampa con tabelle dense di numeri aggregati in modo discutibile e tendenzioso, Maroni annuncia che la sua Giunta approverà un bilancio di previsione che si limiterà a prendere atto delle ipotesi di taglio della legge di stabilità. In pratica, la Lombardia fa da passacarte e scarica sui lombardi la manovra. Niente tasse, dice Maroni, ma sui servizi? Vedremo.
La speranza sta tutta nei costi standard che, però, è Roma che deve applicare.
Maroni si limita ad eseguire e da presidente della regione più avanzata e innovativa d’Italia si trasforma in un grigio e burocratico ragioniere (con il massimo rispetto per questi ultimi, s’intende).
Maroni aspetta che Renzi gli risolva i problemi e “certifica” l’inutilità delle regioni
27 Ottobre 2014 di fabio pizzul
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