L’Autorità Garante per le Comunicazioni (AgCom) ha approvato ieri i nuovi criteri per la determinazione dei contributi annuali per l’utilizzo delle frequenze televisive terrestri.
Nel comunicato che vi allego (canoni frequenze TV) l’AgCom parla di un atto dovuto, nella pratica si tratta di un vero e proprio regalo a Rai e Mediaset a scapito delle TV locali.
Fino a ieri il canone si determinava sulla base del fatturato editoriale ed era fissato nella quota dell’1% dello stesso.
Ora il calcolo è effettuato sul numero e sulla qualità delle frequenze utilizzate.
Tutto questo dà origine a uno sconto significativo per Rai e Mediaset che passano da poco più di 50 milioni l’anno a meno di 20, mentre ben più consistenti saranno gli oneri per gli altri operatori come La7, H3G, nonché sulle TV locali che hanno già enormi problemi di fatturato.
L’AgCom si è pronunciata a maggioranza con il voto contrario del presidente e l’astensione di un consigliere.
Lo stesso governo, come si evince dal comunicato, aveva chiesto di non pronunciarsi in attesa di una più compiuta definizione della situazione, ma l’AgCom ha deciso altrimenti.
Il Governo ha ora promesso di rivedere l’intero sistema di calcolo e di modificare regole che sono platealmente penalizzanti per le TV locali.
Si parla tanto di necessità di tutelare il pluralismo dell’informazione e dell’importanza delle TV locali territoriali, ma si rende sempre più problematica la loro sopravvivenza.
Speriamo davvero che il governo si muova, visto che chi dovrebbe farsi garante della correttezza del mondo della comunicazione, per ora, ha applicato rigidamente regole che non paiono più adeguate in un panorama mediatico ormai radicalmente cambiato.