Il nuovo anno scolastico è ormai alle porte e con esso riemergono vecchi e nuovi problemi della scuola italiana.
Entro la fine di agosto verranno immessi in ruolo in Lombardia 5895 insegnanti, operazione che garantirà una maggiore stabilità didattica ma che ha suscitato non poche polemiche per il fatto che le cattedre saranno per lo più assegnate a precari provenienti dal Sud, in virtù della possibilità (sancita da diverse sentenze della Corte Costituzionale) di spostarsi in una graduatoria di una provincia diversa da quella in cui ci si è iscritti. Un problema reale, anche perchè sono sempre meno i lombardi che scelgono di puntare sull’insegnamento, che non può però essere risolto con scorciatoie o richiami ad anacronistiche chiusure territoriali.
Ma non mancano problemi anche sul fronte dei dirigenti scolastici.
L’immissione in ruolo dei vincitori del concorso del 2011 rischia di non risolvere, se non parzialmente, il problema delle reggenze.
L’abolizione del “trattenimento in servizio” a seguito della conversione in Legge del Decreto 24 giugno 2014, n. 90, che si applica senza alcuna eccezione anche alla Scuola, può portare alla mancata copertura del 15% dei posti di Dirigente Scolastico in Italia e, come sottolinea l’Andis (una delle principali associazioni dei dirigenti scolastici), rischia di mettere in crisi la tenuta delle autonomie scolastiche e soprattutto livelli di efficienza e di efficacia del servizio.
Il Ministero dell’Economia, tra l’altro, non ha autorizzato nuove assunzioni di Dirigenti scolastici per i prossimi due anni e il concorso annunciato per il prossimo anno consentirà di coprire i posti vacanti solo a partire dal 1° settembre 2016.
Il Parlamento ha approvato recentemente due ordini del giorno che tentano di porre un rimedio a questi problemi: l’Odg Finocchiaro – Puglisi G/1582/95/1 presentato in Senato e accolto dal Governo il 5 agosto scorso e all’Odg Santerini AC 2486-B approvato all’unanimità dalla Camera lo scorso 7 agosto. Sulla base di questi atti di indirizzo, il Governo potrebbe adottare iniziative utili a limitare il ricorso all’istituto della reggenza: accelerazione delle procedure di nomina dei vincitori, scorrimento della graduatoria degli idonei, eventuale accoglimento delle richieste di trattenimento in servizio fino al 31 agosto 2015 (tempo consentito dalle disposizioni precedenti e comunque condizionato all’arrivo di nuovi dirigenti), veloce indizione (come annunciato dal ministro Giannini) del corso consorso con posti riservati a coloro che sono stati vittima di irregolarità nell’espletamento del concorso del 2011 (in questo modo si potrebbe, tra l’altro, porre argine a possibili ricorsi che pendono sul concorso 2011) .
In Lombardia, secondo i calcoli di Andis, i dirigenti pensionati sarebbero oltre 160, un numero pari a quasi il 50% dei nuovi arrivati lo scorso 30 giugno. Dopo anni di grandi fatiche dovute a pesanti reggenze, la scuola lombarda ha bisogno di maggiore stabilità, a partire dalle dirigenze.
Come sempre, si fronteggiano opposti interessi, ma l’unico obiettivo da perseguire rimane, a mio parere, il corretto funzionamento e la qualità didattica delle nostre scuole.
Si potrà poi discutere, insieme alle altre regioni e in collaborazione con il Ministero, di nuove forme di reclutamento degli insegnanti, è bene però fin da subito mettere in atto tutte le iniziative possibili per garantire un corretto e stabile inizio dell’anno scolastico.
Nella scuola quelli che oggi possono sembrare risparmi rischiano di trasformarsi in problemi che ci costeranno molto di più negli anni a venire.