Cooperazione internazionale: una legge per una nuova politica estera

5 Agosto 2014 di fabio pizzul

La cooperazione internazionale è parte integrante della politica estera dell’Italia. Lo ribadisce con chiarezza la nuova legge sulla cooperazione approvata in via definitiva dal Senato lo scorso 1 agosto. La precedente normativa risaliva al 1987. Con la nuova legge, la cooperazione entra a far parte delle attività fondamentali del Ministero degli Esteri con la presenza di un vice ministro ad essa dedicato.
Presentato in Parlamento dal governo Letta, tramite il ministro Bonino, il disegno di legge è arrivato in porto grazie all’impegno del vice ministro Lapo Pistelli e dei relatori Giorgio Tonini (al Senato) e Lia Quartapelle (alla Camera).

Grazie alla nuova legge, nascono il Comitato interministeriale per la cooperazione e lo sviluppo e l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, sul modello di quelle esistenti negli altri paesi europei.
Più stretto da oggi il legame con le iniziative europee in materia, mentre le regioni mantengono la possibilità di attuare iniziative territoriali per la cooperazione. La nuova legge prevede anche una serie di strumenti per valorizzare le competenze già esistenti e attirarne di nuove nell’ambito della cooperazione che potrà anche valersi dell’apporto dei privati e coinvolgere le comunità straniere presenti sul nostro territorio.
Rientrano nella cooperazione allo sviluppo anche le iniziative umanitarie e gli interventi per le gravi emergenze internazionali.

Un approfondimento sulla nuova legge

In un’intervista a “La Stampa” dello scorso 27 settembre, il vice ministro Pistelli sottolineava come

“Nel 2012, per la prima volta negli ultimi sei anni, il budget della cooperazione italiana è cresciuto di 400 milioni. Per la parte che era di competenza del Ministero degli Esteri si è passati in 7 anni da 1 miliardo e 300 a 150 milioni. Noi abbiamo pagato anche in questo settore un prezzo altissimo per la crisi dell’eurozona ora però contiamo di raggiungere 0,15% del PIL per il 2013 come obbiettivo. L’Italia nella classifica europea è penultima, davanti solo alla Grecia (0,13 %). Un fatto grave, se si pensa che la cooperazione è parte integrante della politica estera. Se L’europa ha mancato il proprio obiettivo di destinare lo 0,56 % del PIL alla cooperazione entro il 2010 e lo 0,7 entro il 2015, il 40% del mancato raggiungimento di questo obiettivo dipende dall’Italia. Siamo un grande paese ma diventiamo una zavorra per tutti”.

La nuova legge può essere uno strumento per risalire la china e restituire alla cooperazione italiana il ruolo che storicamente ha sempre saputo esercitare.
Al netto di qualsiasi considerazione ideologica o di parte, mi pare che sia una grande occasione per rafforzare lo slogan “aiutiamoli a casa loro” che, se non assume il colore della chiusura e del particolarismo può davvero segnare una svolta nella nostra politica estera.
Ora servono risorse. Anche le regioni sono chiamate a fare la loro parte.

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