320mila galline, una RER, vicino a un SIC, in un PLIS

3 Luglio 2014 di fabio pizzul

Con la collega Laura Barzaghi stiamo seguendo da vari mesi la vicenda di un possibile allevamento di 320mila galline ovaiole in quel di Busto Garolfo.
Il territorio si è espresso compatto contro questo possibile insediamento, in visrtù del fatto che avrebbe un impatto enorme su una zona di particolare pregio (attigua a un’area della Rete Ecologica Regionale, a un Sito di Interesse Comunitario e in un Parco Locale di Interesse Sovracomunale – ecco la spiegazione del titolo!).
Nei giorni scorsi è arrivato con la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) l’ok della Regione, ma ora l’assessore all’ambiente Terzi fa una precipitosa marcia indietro affermando che non ci sono più le condizioni per dare il via libera alla struttura.
Ci auguriamo che l’assessore regionale all’Ambiente Terzi sia davvero in grado di fermare questo scempio”.
Proprio oggi l’assessore ha dichiarato che “non sussistono più le condizioni per l’autorizzazione dell’allevamento zootecnico in sede di Aia”. Eppure l’iter sta proseguendo. E ciò nonostante il pronunciamento del Consiglio regionale che ha approvato un’ultima mozione contraria all’insediamento a gennaio, dopo altri atti in questo senso negli anni scorsi. Insomma, finora tutte le buone intenzioni non sono servite a niente.
E dall’assessorato, fino ad adesso, sono arrivate solo parole e con esse l’ok all’impianto.
Anzi, per chiudere la procedura di Via ci sono voluti 500 giorni, anziché i 180 di prassi. Ci sarà un motivo. E noi temiamo stia nel fatto che le criticità e i problemi erano parecchi. A cominciare dall’opposizione al progetto a tutti i livelli, enti locali, associazioni, cittadini.
E’ bene precisare come l’insediamento sia a carattere prevalentemente industriale e preveda una struttura da 10mila metri quadri per ospitare 320mila galline, possiamo immaginare in quali condizioni. Il tutto, ripeto, realizzato in un contesto agricolo, dentro un Parco locale di interesse sovra comunale, inserito in una Rete ecologica regionale e vicino al Sito di interesse comunitario del bosco Wwf di Vanzago.
Con la collega Barzaghi lancio un appello: se l’assessorato è davvero in grado di farlo, chiediamo che in futuro impedisca altre situazioni del genere, cancellando le deroghe e modificando la direttiva di riferimento che permettono questo scempio.

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