Le realtà del privato sociale che si occupano di dipendenze vivono grosse difficoltà in Lombardia.
A fronte di una massiccia presenza di comunità e di progetti innovativi di intervento su cronicità sociale, adolescenti a rischio dipendenza, dipendenze da gioco, riduzione del danno, c’è stato una positiva collaborazione con molti comuni, ma pressoché nessun riscontro da parte di Regione Lombardia.
Se a questo aggiungete che le rette previste dalla regione per le comunità terapeutiche sono ferme da sette anni e sono al quartultimo posto nel panorama nazionale, capite come il disagio sia palpabile.
Per non parlare del sovraffollamento delle carceri: altre regioni si sono già mosse siglando protocolli con il Ministero e il privato sociale per l’accoglienza esterna dei detenuti in misura alternativa; la Lombardia, pur avendo il maggior numero di detenuti, no.
Servirebbe un confronto, ma da Palazzo Lombardia non paiono giungere segnali in tal senso.
Per darvi un panorama più completo dei problemi sul tappeto, vi allego un articolo di Cecco Bellosi, responsabile del gruppo carcere del CNCA (Coordinamento Nazionale dell Comunità di Accoglienza), comparso nei giorni scorsi su “Il Manifesto”.
Carcere e dipendenze: la Lombardia si volta dall’altra parte
23 Aprile 2014 di fabio pizzul
Lascia un commento